USA, WASHINGTON – Barack Obama è più che mai deciso a chiudere il suo mandato presidenziale con una storica visita a Cuba. E’ una delle priorità in cima alla lista delle cose da fare nel 2016, l’ultimo suo anno alla Casa Bianca. E il sogno del presidente americano potrebbe avverarsi nella seconda metà del’anno.
Una decisone – spiegano i suoi più stretti collaboratori – potrebbe arrivare nel giro di un paio di mesi. Ma molte sono ancora le incognite.
“Determinante è capire se davvero un viaggio a Cuba può aiutare a rafforzare il rispetto e la protezione dei diritti umani e una maggiore apertura verso le imprese americane”, ha spiegato il vice consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Ben Rhodes. Insomma, ha aggiunto Rhodes, si dovrà valutare se la visita di Obama contribuirà effettivamente “a migliorare la vita dei cubani”.
Per questo al governo de L’Avana si chiede uno sforzo maggiore: “Ci sono passi ulteriori che possono fare – ha spiegato Rhodes – durante l’anno. Passi che potrebbero permettere a Cuba di sviluppare maggiormente la sua economia”.
E passi per procedere sul cammino della democratizzazione, anche se – ha ammesso Rhodes – “nessuno si aspetta che Cuba nel giro di un anno diventi una democrazia pluralista”. Non è un mistero che il sogno di Obama sarebbe la definitiva normalizzazione dei rapporti con Cuba, che non può che passare per l’abolizione dell’embargo economico nei confronti dell’isola, in piedi da 50 anni.
Un obiettivo che però difficilmente potrà essere raggiunto prima della fine del mandato di Obama, visto che per centrarlo servirà l’appoggio della maggioranza del Congresso, attualmente in mano ai repubblicani.
Il disgelo Usa-Cuba è cominciato con la storica stretta di mano tra Obama e Raul Castro in Sudafrica, alle celebrazioni per la morte di Nelson Mandela, ed è proseguito nel 2014 fino all’incontro dei due leader nell’aprile del 2015 al vertice delle Americhe a Panama, il primo bilaterale tra capi di Stato dei due Paesi dal 1961.
Da allora moti passi in avanti sono stati fatti, dalla riapertura delle reciproche ambasciate all’abolizione di diversi divieti sul fronte del commercio e dei viaggi.