Usa. Elena Kagan alla Corte suprema, un problema per l’immunità del Vaticano

Elena Kagan

La nomina di Elena Kagan alla Corte Suprema ha indirettamente messo in un limbo giuridico la questione dell’immunità del Vaticano in un caso di pedofilia di alto profilo che potrebbe a un certo punto arrivare davanti ai nove giudici costituzionali. Era infatti proprio la Kagan che, in quanto Solicitor General (Avvocato dello Stato), era stata interpellata dalla Corte per esprimersi sulla questione dell’immunità nel caso ‘Holy See contro John Doe’ (Santa Sede contro Anonimo), avviato otto anni fa in Oregon in nome delle vittime di padre Andrew Ronan, un prete pedofilo.

La tesi dell’azione legale è che il Vaticano avrebbe approvato il trasferimento in un altro Paese del sacerdote rendendosi corresponsabile delle molestie. La Santa Sede si era difesa invocando l’immunità che protegge gli stati sovrani stranieri: dopo il via libera al processo di una corte d’appello federale, il Vaticano aveva fatto ricorso alla Corte Suprema, che a sua volta aveva chiesto il parere del Solicitor General prima di decidere se intervenire.

Il parere della Kagan era atteso in questi giorni: tradizionalmente il Solicitor General li invia entro giugno. E’ però improbabile che la neo-candidata, in attesa della conferma in Senato, si esprima su questioni di rilevanza della Corte: l’attesa è che sarà il suo successore, che il presidente Barack Obama non ha ancora nominato, a pronunciarsi sulla questione.

Gestione cookie