WASHINGTON, STATI UNITI – Agenti Fbi con licenza di uccidere. La denuncia parte dal New York Times che, sulla base di documenti ottenuti grazie al Freedom of Information Act, parla di decine di ‘incidenti mortali’ che vedono coinvolti i federali, ma mai nessuno che venga ritenuto colpevole di eccessivo uso della forza e uso improprio delle armi da fuoco. Insomma, mai nessuno che paghi, anche in quegli episodi che hanno visto morire vittime innocenti.
L’ultimo caso, ancora non chiarito a distanza di settimane, e’ quello di Ibrahim Todashev, ragazzo ceceno sospettato di essere legato agli attentatori di Boston, ucciso da un colpo di pistola durante un interrogatorio nella sua casa di Orlando, in Florida. In base alle carte in mano al Times, dal 1993 ai primi del 2011 agenti dell’Fbi hanno colpito a morte almeno 70 persone, mentre altre 80 sono rimaste ferite.
In ognuno di questi casi – sottolinea il quotidiano citando i verbali dello stesso Fbi – gli agenti in questione sono sempre stati scagionati da ogni responsabilita’, con i loro comportamenti che – a seguito delle inchieste interne – sono stati giudicati ‘giustificati’. Negli ultimi due anni – scrive ancora il Nyt – il trend e’ rimasto lo stesso, con un portavoce dell’agenzia federale di investigazione che conferma come in tutti gli incidenti piu’ recenti non e’ stata trovata alcuna prova di agenti che abbiano tenuto un ”comportamento improprio” o abbiano ”sparato intenzionalmente”.
Ma la verita’ inquietante – sottolinea il giornale – e’ che nella maggior parte dei casi le indagini interne dell’Fbi sono state le uniche portate avanti senza alcuna inchiesta ufficiale. Proprio come nel caso del ragazzo ceceno di Orlando: nonostante diverse versione dei fatti, contrastanti tra loro (c’e’ chi dice che Ibrahim ha aggredito gli agenti armato di coltello e chi dice che nel momento in cui e’ stato colpito era disarmato), nessuna indagine indipendente e’ stata avviata per capire cosa realmente e’ successo.
Fatto sta che negli ultimi anni su 289 sparatorie, molte delle quali non hanno provocato ne’ vittime ne’ feriti, solo cinque agenti sono stati accusati di ‘cattivo comportamento’, non conforme alle regole dell’Fbi. Regole che in teoria permettono agli agenti di usare le armi solo per legittima difesa, di fronte a reali minacce per la propria vita o quella di loro colleghi. Ma sta di fatto che i federali hanno il grilletto facile e, in base ai fatti riportati dal Nyt, non si preoccupano un granchè delle conseguenze.
Si ricorda in proposito il caso di un famiglia giapponese in visita a San Francisco. Non si è mai ben capito perchè, ma un paio di federali di passaggo l’hanno ritenuta sospetta e le hanno urlato ”hit the ground!”. Non conoscendo l’inglese, padre, madre e figlio non hanno capito che dovevano gettarsi a terra per essere ammanettati, e sono rimasti in piedi. Ma non per molto. I ”feds” hanno estratto le pistole e nella successiva sparatoria hanno ucciso il padre e ferito gravemente madre e figlio.
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