Usa, Georgia. Malato di mente colpevole di omicidio messo a morte martedi sera

JACKSON, STATI UNITI – Warren Lee Hill, 52 anni, afroamericano, e’ stato condannato a morte per omicidio e la sua esecuzione, dopo alcuni rinvii, e’ fissata per martedi  sera con iniezione letale  nella Georgia Diagnostic and Classification Prison di Jackson.

Ma come hanno stabilito diversi medici, Hill ha un ritardo mentale, e i suoi avvocati, assieme a diverse associazioni per la difesa dei diritti umani, affermano che si tratta quindi di un’ esecuzione incostituzionale, e stanno lottando contro il tempo per fermare la mano del boia.

Nel 2002 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che ”le persone con ritardi mentali dovrebbero categoricamente essere escluse dalle esecuzioni”. Allo stesso tempo, l’alta Corte ha pero’ di fatto lasciato spazio ai singoli stati dell’Unione nel giudicare i parametri per stabilire se un condannato abbia o meno ritardi tali da evitargli la pena capitale. E un giudice della Corte superiore della Georgia ha stabilito che i problemi mentali di Hill non rientrano nei rigorosi criteri per definire il ritardo mentale applicati in Georgia.

Il quoziente intellettivo di Hill e’ 70, secondo il suo avvocato, ma cosa ancora piu’ importante, tre psichiatri forensi che avevano testimoniato sostenendo che il suo ritardo mentale non era cosi’ grave da evitargli la pena capitale hanno fatto marcia indietro, affermando in una dichiarazione scritta che la loro valutazione dell’imputato era stata ”affrettata”. La condanna di Hill risale al 1992, quando e’ stato giudicato colpevole di aver ucciso un suo compagno di cella nella prigione dove gia’ stava scontando una condanna all’ergastolo per l’assassinio della sua ragazza.

Se la sua condanna verra’ eseguita, sara’ la prima in Georgia da quando il 21 settembre 2011, in base ad una dubbia sentenza di colpevolezza, e’ stato messo a morte Troy Davis, la cui vicenda aveva mobilitato molte migliaia di persone, in America e in tutto il mondo. Per tentare di salvare la vita a Hill, si sono finora mobilitati l’ex presidente Jimmy Carter e alcune associazioni per la difesa dei diritti umani, ma non cosi’ tante persone come per Troy Davis.

Tuttavia, come notava giorni fa il Washington Post, in tutti gli Stati Uniti il sostegno alla pena capitale sta scendendo sensibilmente, mentre il numero delle condanne a morte nel 2011 e 2012 ha raggiunto il record piu’ basso, in calo del 75 per cento rispetto al 1996. Cinque stati l’hanno messa al bando, negli ultimi cinque anni.

In un editoriale, il New York Times, ha dal canto suo fatto notare come ”la Corte Suprema ha vietato dieci anni fa la condanna a morte per i ritardati mentali, ma a quanto pare la Georgia non ha ricevuto il messaggio”. E per fermare il boia e salvare la vita a Hill, l’ultima speranza e’ ora rappresentata proprio dalla Corte Suprema.

Ad essa sembra guardare anche la famiglia della vittima del condannato, visto che in un comunicato ha scritto di ”sentire profondamente che una persona con qualsiasi tipo di forte ritardo mentale non dovrebbe essere messa a morte”.

Gestione cookie