Giustiziato a 53 anni con un’iniezione letale quasi trent’anni dopo aver commesso un triplice delitto. È la storia di Cecil Johnson, un uomo di colore, che nel 1980 ha ucciso tre persone durante una rapina, una delle quali era un ragazzo di dodici anni.
In tutti questi anni Johnson si è sempre dichiarato innocente: l’esecuzione nello Stato del Tennesse ha scatenato una ridda di polemiche, che hanno coinvolto anche la Corte Suprema degli Stati Uniti. Prima dell’esecuzione, il “Club dei nove” ha respinto l’ultimo ricorso presentato di suoi legali, non essendo stato raggiunta la maggioranza dei voti necessaria. Tuttavia, il decano della Corte, John Paul Stevens, considerato uno dei giudici più progressisti, per ben due volte in una settimana, ha espresso le sue proteste.
Il fratello di Cecil, David ha dichiarato: «Ora mio fratello è in un posto migliore, ha dato la sua vita a Dio».