Usa/ Gli scheletri nell’armadio della Cia: ex numero tre dei servizi, in prigione per corruzione, rivela la costruzione di carceri segrete in europa

Pubblicato il 13 Agosto 2009 - 19:05| Aggiornato il 19 Agosto 2009 OLTRE 6 MESI FA

Lo chiamavano “Dusty” (polveroso) ed è stato a lungo uno degli uomini più potenti dei servizi segreti americani.  Un nome profetico per Kyle D. Foggo, a lungo numero tre della Cia,  che nella polvere, infatti,  ha finito per caderci per colpa di uno scandalo di corruzione.

Dusty, dopo essersi meritato la promozione sul campo per aver diretto la costruzione di tre prigioni segrete tra Est Europa e Marocco, si è fatto “beccare” a prendere tangenti tutte particolari.

In cambio di viaggi in alberghi da favola e altri favori, infatti, Foggo ha dirottato alcuni acquisti della Cia alla società di un suo vecchio amico, Brent Wilkins, che vendeva materiali a prezzi gonfiati.

Dusty, al momento è in carcere e, proprio da là, ha iniziato a raccontare dettagli segreti e non proprio edificanti sulle prigioni segrete.

In primo luogo questi istituti di pena, (uno in Marocco, uno vicino a Budapest e il terzo in un altro paese dell’area dell’ex Patto di Varsavia), erano pensati per ospitare pochi prigionieri, tutti rigorosamente tenuti in isolamento isolamento per 23 ore al giorno. E l’ora d’aria non era certo migliore: i detenuti venivano coperti con delle maschere nere simili a quelle da sci per impedirgli non solo di comunicare, ma anche di riconoscersi.

Dal punto di vista architettonico le carceri sono state costruite in modo da apparire identiche, per disorientare i detenuti, e non fargli capire dove si trovassero.

Sconcertante poi, il racconto sulla costruzione di celle e stanze per gli interrogatori. Tutto sarebbe stato pensato, attraverso un sistema senza spigoli e fatto di imbottiture e pavimenti flessibili, per impedire ai detenuti di ferirsi durante gli interrogatori nonostante le percosse.

Pratiche a cui va aggiunto il waterboarding, o annegamento simulato, più volte denunciato da Amnesty International come pratica ricorrente usata dagli Stati Uniti per torturare i terroristi di Al-Qaeda.

Le carceri segrete, comunque, non erano solo le tre costruite da Foggo. Secondo il New York Times, ce ne sarebbero state anche in in Medio Oriente, in Iraq, e  in Afghanistan. Senza dimenticare il fin troppo noto carcere di Guantanamo, soprannominato Strawberry Fields, (dalla canzone dei Beatles), per evocare il “forever” del ritornello: chi arrivava in quella prigione, amavano scherzare i funzionari Cia, ci sarebbe rimasto per sempre.