Guida. Il vero newyorchese deve schiacciare uno scarafaggio con le mani

NEW YORK, STATI UNITI – La prima cosa da sapere se volete diventare un newyorchese è che il solo fatto di vivere a New York non vi rende un newyorchese. In genere ci vogliono un paio d’anni, dopo averne viste di tutti i colori, prima che un nativo sulla piattaforma della subway olezzante di pipì vi dia una pacca sulla spalla e vi dica: ”Ora sei un vero newyorchese”!

Per chi vive da qualche tempo nella Grande Mela e’ una frase fatidica, che permette di tramutarsi da semplice visitatore a parte integrante di una delle metropoli piu’ amate e invidiate del mondo. Una guida permette di diventarlo senza fare errori. Sei un vero newyorchese lo dicono Carrie e le sue tre amiche di ‘Sex and the City’, emblemi di chi in citta’ ci e nato, o quanto meno ne ha carpito tutti i segreti.

Ma diventare un New Yorker doc richiede caratteristiche ben precise, che in certi casi rappresentano una questione di sopravvivenza nella giungla della città, fra le quali ‘rubare’ almeno una volta un taxi a una persona che e’ prima nella fila, non immortalare gli onnipresenti vip o star hollywoodiane con fastidiose fotografie e uccidere almeno uno scarafaggio a mani nude. Poi, mai sperare di trovare un taxi quando piove.

A stilare una lista dettagliata dei comportamenti da rispettare per acquisire la cittadinanza di New York e il sito ‘Gothamist.com’: vedete una persona vestita in modo eccentrico per la strada, o trovate Halle Berry con una vertiginosa scollatura al tavolo accanto al vostro in un ristorante? Se tirate fuori la macchina fotografica per immortalare il momento sarete inesorabilmente bocciati, perchè un vero newyorkese resterebbe completamente indifferente.

Ma non e’ tutto. E’ necessario, come detto, aver ‘soffiato’ almeno una volta, meglio se in una giornata di pioggia, il taxi ad una persona in fila prima di voi, perche’ si sa, ”in the city that never sleeps”, nella citta’ che non dorme mai, come dicono i newyorchesi, nessuno ha un secondo da perdere, anche se in realtà a volte non ha nulla di veramente importante da fare. Dovrete farci l’abitudine: nella Grande Mela sembra che tutti abbiano fretta.

Poi bisogna aver pianto in metropolitana (le ragioni possono essere varie), incrociato Woody Allen magari in compagnia di Diane Keaton,, e mangiare una fetta di pizza al volo (75 centesimi, ormai la fanno anche i pakistani) non avendo tempo per un pasto decente. Essenziale è anche essere in grado di rimanere imperturbabili – o quasi – se un topo vi passa sui piedi o sulla testa in qualsiasi parte della città.

Un altro segreto dell’autentico newyorchese è di non dire mai al tassista la propria destinazione finche’ non si e’ saliti in macchina (potrebbe giudicarla troppo scomoda, o pericolosa, e lasciarvi a piedi), e non pronunciare Houston Street come il nome della citta’ del Texas. Cioe’, Auston, ma non Iuston. Rispettati i comportamenti fondamentali, ce ne sono alcuni altri, un po’ piu’ sofisticati, come smettere di uscire il venerdi’ sera con la ‘plebe’ e iniziare ad uscire di lunedi’.

Poi bisogna conoscere il modo di evitare i turisti nei periodi piu’ affollati, aver schiacciato almeno una volta un pisolino in metropolitana e far finta di non accorgersi dell’odore di escrementi che spesso si percepisce nelle stazioni della subway. I più bravi ricordano ad alta voce quel vecchio negozio che c’era all’angolo di una certa strada tanti anni or sono: chi è in grado di farlo, vuol dire che in citta’ ci vive da parecchio tempo. Una volta ottemperato ad ogni singolo punto della lista ci si può fregiare dell’ambito titolo di vero newyorchese.

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