Usa, New York. Ultima battaglia di Kissinger: salvare un club per straricchi

Henry Kissinger
Henry Kissinger

USA, NEW YORK – L’ultima battaglia di Henry Kissinger e’ per salvare un club privato: il novantenne ex segretario di Stato ha lanciato una crociata contro il “board” della sua esclusiva “cooperativa edilizia” a Manhattan per evitare che River Club, un club per straricchi al suo interno, venga trasformato in appartamento extralusso.

Lo scorso settembre River House, la prestigiosa palazzina sull’East River che annovera l’anziano statista tra i suoi storici residenti, ha messo in vendita il club – seimila metri quadrati con ristorante, biblioteca, piscina e campo da tennis privati – per una cifra da capogiro: 130 milioni di dollari, il piu’ costoso pezzo di edilizia residenziale a New York.

La levata di scudi degli inquilini e’ arrivata a scoppio ritardato: a fine ottobre una quarantina di loro – tra questi l’ex capo della diplomazia Usa – hanno scritto al “board” chiedendo una precipitosa marcia indietro, affermando che River Club e’ parte integrante del Dna della “co-op” e un elemento di valore aggiunto per ogni singolo appartamento.

River House e’ una gemma tra il cemento di Manhattan: la palazzina e il club al suo interno furono costruiti senza badare a spese sul sito di una fabbrica di sigari nel 1930, dopo l’inizio della Grande Depressione, ma prima dell’inizio della vera disperazione per la crisi economica.

Tra le attrazioni per agganciare i tycoon dell’epoca c’era la possibilità di attraccare lo yacht sul fiume ai piedi dell’edificio. Primo presidente del board fu Kermit Roosevelt, il secondogenito del presidente Theodore Roosevelt. La costruzione della Fdr Drive, la superstrada che corre lungo l’East River, rese ben presto gli attracchi delle barche impossibili, ma nomi di celebri “paperoni”, dagli Hearst ai Rockefeller, hanno continuato a figurare sui registri dei proprietari. Difficilissimo riuscire ad entrare, almeno fino a qualche anno fa: Gloria Vanderbilt, che voleva comprare un appartamento nel 1980, fu respinta dal board perche’ si accompagnava con il cantante nero Bobby Short.

Bocciate all’esame della “coop” anche Diane Keaton e Joan Crawford. Ma se il palazzo resta tuttora riserva di caccia delle elite, il suo club nel corso degli anni e’ andato incontro a una lenta decadenza. Una buona meta’ degli inquilini ha deciso di non farne parte e di non pagare la retta annuale di 10 mila dollari. Col tempo anche il look dei saloni e’ apparso sempre piu’ polveroso: “Ricorda l’Overlook Hotel di Shining”, ha commentato con il New York Times la scrittrice e inquilina Holly Peterson. Per queste ragioni il board ha deciso di scaricare il River Club, diventato sostanzialmente un peso per il palazzo. .

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