Ritorna la brutalità delle forze dell’ordine americane nei confronti dei neri. Teatro dell’ennesimo atto di violenza è una strada di Minneapolis, che risale al febbraio scorso.
La polizia ferma una macchina, intima al conducente di accostare, poi un agente in divisa si avvicina e fa scendere Derry Jenkins dalla macchina. Per l’uomo inizia un incubo, il pestaggio senza alcuna remora. Lui non reagisce, appena mette piede fuori dall’auto riceve un pugno, poi un altro, infine viene scaraventato per terra.
In un video choc di oltre 9 minuti diffuso in rete si susseguono i fotogrammi che raccontano la furia degli agenti, che ad uno ad uno piombano fra le due macchine e iniziano a picchiare il 43enne, fino a stordirlo con le scosse elettriche del taser.
Prima due, poi quattro, dopo 6 minuti sono almeno sei i poliziotti intenti ad accanirsi contro Derryl Jenkins, reo di aver superato il limite di velocità di 15 miglia, rispetto alla soglia consentita, e di guida in stato di ebbrezza.
Intanto in America si infiamma la polemica sul razzismo, ritorna alla ribalta la discriminazione degli afroamericani nel Paese. Proprio adesso che a guidare gli Stati Uniti è proprio un nero, la paura e le continue denunce sulla questione del colore della pelle come segno distintivo di delinquenza spaccano la cittadinanza. E fra i sostenitori più convinti di una nuova America che ha superato con Obama le divisione etniche si insinua qualche dubbio.
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