Usa. Nyt, la storia segreta del Team 6 dei Navy Seal che uccise bin Laden

Membri del Team 6 Navy Seal
Membri del Team 6 Navy Seal

USA, NEW YORK – Nel 2006, per rispondere al rafforzamento delle capacita’ dei talebani, il comandante delle forze americane in Afghanistan, generale Stanley McChrystal, schiero’ sul campo il piu’ prestigioso dei corpi speciali Usa, il Team 6 dei Navy Seal, affidandogli una serie di missioni di ricerca, eliminazione, o cattura di leader combattenti, che pero’ in diversi casi porto’ all’uccisione di numerosi civili.

Lo scrive il New York Times in un lungo servizio dal titolo “La storia segreta del Team 6 dei Seal”, in cui, citando diverse fonti, anche in forma anonima, riferisce di vicende in tal senso piu’ o meno note. E sottolinea che il Team 6, osannato per il raid in Pakistan in cui nel 2011 fu ucciso Osama bin Laden, e’ anche uno di corpi militari meno controllati delle forze Usa. Si tratta di un corpo di elite che ha condotto con successo migliaia di operazioni segrete, in Iraq, in Afghanistan, in Somalia e in diverse altre parti del mondo.

E proprio perche’ si tratta di una operazioni clandestine, non ci sono indicazioni sul numero dei raid condotti dagli “operatori” dei Seal in Afghanistan, che a volte hanno agito di concerto con la Cia. Ma membri del Team hanno detto al Nyt che tra il 2006 e il 2008 ci sono stati periodi intensi in cui per settimane nel corso di operazioni notturne la loro unita’ uccise ogni volta 10 o 15 persone e volte anche fino a 25. Gli obiettivi, ha detto un ex Seal, erano multipli, dai facilitatori ai comandanti o vicecomandanti, ai finanziatori. Alla fine “la conta non era piu’ importante”.

Un altro membro ha affermato che nel 2010 ormai “la forza militare piu’ addestrata al mondo era ridotta ad inseguire i teppisti di strada”. In diverse occasioni il Team 6 e’ stato accusato di aver ucciso civili e in diversi casi sono state condotte indagini in merito dal Comando Congiunto per le Operazioni Speciali (Jsoc), ma con scarsi risultati significativi. Una lunga parte dell’articolo del Nyt e’ anche dedicato alla particolare “cultura” dei Navy Seal, ovvero il loro stile di comportamento e disciplina, che si distingue da ogni altro corpo speciale. E a volte anche le loro armi.

Diversi di loro in Afghanistan avevano in dotazione anche una speciale accetta realizzata da Daniel Winkler, un produttore di coltelli della North Carolina che ha forgiato le lame per il film ‘L’ultimo dei Moicani’. Venivano utilizzate per lo piu’ per sfondare le porte nel corso dei raid, ma in almeno un caso e’ stata usata anche per uccidere.

Molti Seal hanno pagato un prezzo altissimo per le missioni in cui sono stati utilizzati, nota ancora il Nyt, scrivendo che negli ultimi 14 anni molti di loro sono morti o hanno subito pesanti conseguenze fisiche o psicologiche a causa dei combattimenti, piu’ che in tutta la loro storia. E in tantissimi casi hanno condotto, scrive il giornale, operazioni di alto valore, liberando ostaggi o eliminando obiettivi di grande importanza strategica. Resta pero’ il fatto che la segretezza che circonda il Team 6 rende virtualmente impossibile valutare le conseguenze delle loro azioni, tra cui la perdita di civili o il risentimento dei Paesi in cui operano.

 

 

 

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