ROMA – “Il caccia f-35 è fragile e inaffidabile”. Il Pentagono ha bocciato così gli aerei della Lockheed-Martin. Dopo la “sensibilità” ai fulmini, il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha evidenziato anche dei “problemi al software“. Insomma il caccia F-35, presentato come il cacciabombardiere del futuro, non sarà pronto per i termini definiti dall’azienda.
Michael Gilmore, capo della sperimentazione del Pentagono, nel suo ultimo rapporto sul cacci F-35 scrive:
“Le prestazioni sull’operatività complessiva continuano ad essere immature e rendono necessarie soluzioni industriali con assistenza e lavori inaccettabili per operazioni di combattimento”. In altre parole, la macchina è inaffidabile.
Giampaolo Cadalanu su Repubblica spiega:
“Sotto accusa è fra l’altro la robustezza complessiva di fusoliera e motori: in almeno cinque occasioni i tecnici hanno trovato “significativi segni di cedimento”, cioè crepe, che richiederanno nuovi aggiustamenti e con tutta probabilità un aumento del peso, con conseguente diminuzione delle prestazioni. Il peso, fra l’altro, è ormai vicino al limite stabilito nelle specifiche delle Forze armate Usa, e questo significa che lo spazio per le correzioni è molto limitato, sostiene Gilmore”.
Non solo problemi tecnici, ma anche sul software di gestione:
“soprattutto nella versione “B” a decollo corto e atterraggio verticale, destinata al corpo dei marines ma fortemente voluta anche dalla Difesa italiana per sostituire gli Harrier sulla portaerei Cavour. Secondo il rapporto di Gilmore il programma fornisce prestazioni definite “inaccettabili” e non è sicuro che l’F-35 B possa essere operativo entro la fine del 2015. Lockheed-Martin invece garantisce di poter fornire entro giugno come combat-ready gli 8,4 milioni di linee del software completo”.
Se negli Stati Uniti si discute sugli F-35, in Italia non c’è questa possibilità:
“Ben diverse le condizioni in Italia, dove le scelte della Difesa sembrano sottratte a ogni possibilità di valutazione. Ne è una prova il rapporto diffuso nei giorni scorsi dal Center for International Policy, un centro studi americano secondo cui la Lockheed ha “grandemente esagerato” nel valutare il numero di posti di lavoro creato dal programma F-35, e le cifre indicate andrebbero dimezzate. Nonostante l’Italia ospiti il secondo stabilimento di costruzione dell’F-35, e le decisioni strategiche siano state prese tenendo conto dell’occupazione, nessuno alla Difesa ha commentato il rapporto”.
I commenti sono chiusi.