Usa sganciano su Afghanistan la bomba non nucleare più potente al mondo contro Isis

Usa sganciano su Afghanistan la bomba non nucleare più potente al mondo contro Isis
Usa sganciano su Afghanistan la bomba non nucleare più potente al mondo contro Isis

WASHINGTON –  Gli Stati Uniti hanno sganciato la madre di tutte le bombe sull’Afghanistan orientale, nella zona di Nangarhar, con l’obiettivo di colpire l’Isis. Un attacco che è avvenuto proprio nel giorno in cui il governo afgano ha discusso della situazione della zona colpita dalla bomba, annunciando di voler sradicare i miliziano dello Stato Islamico dal Paese usando la forza e nuove direttive.

L’esercito americano ha lanciato la bomba MOAB, la più grande e potente dopo quella atomica, nella zona al confine con il Pakistan e dove lo scorso weekend un soldato americano è stato ucciso dai jihadisti. La bomba è stata lanciata sull’Afghanistan per colpire obiettivi ritenuti vicini all’Isis intorno alle 19 del 13 aprile, ora locale, ed è la prima volta che l’esercito americano la utilizza su un obiettivo.

Ad annunciare il bombardamento con la “madre di tutte le bombe”, questo il “nomignolo” scelto per questa potentissima arma, è stata la Cnn che ha citato fonti militari degli Stati Uniti.

L’arma utilizzata dall’esercito è una bomba MOAB, Massive ordnance air blast’, ma è stata ribattezzata mother of all bombs – madre di tutte le bombe, che pesa quasi 10 tonnellate e ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri.

La bomba è stata sviluppata per gli Stati Uniti da Albert L. Weimorts nei laboratori di ricerca dell’aviazione militare statunitense. Il primo test avvenne l’11 marzo del 2003, quindi nel novembre dello stesso anno. A parte quella dei due ordigni testati, non si aveva notizia di altre esplosioni della Gbu-43, se non che era stata prodotta in altri 15 esemplari per la Guerra del Golfo presso il McAlester Army Ammunition Plant.

Oggi, dunque, l’annuncio del primo utilizzo della bomba in un quadro bellico nella provincia afgana di Nangarhar, come rimarcato dal portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, che ha sottolineato che l’attacco era mirato a colpire le tunnel e le grotte utilizzate dai miliziani dell’Isis e che

“sono state prese tutte le precauzioni per evitare vittime civili e danni collaterali”.

Nello stesso giorno del lancio della bomba americana, il governo dell’Afghanistan ha varato una “nuova strategia” contro i militanti dell’Isis, concentrati nella provincia orientale di Nangarhar, quella su cui nelle ultime ore gli Usa hanno lanciato per la prima volta una bomba MOAB, il più potente ordigno non nucleare a loro disposizione. A quanto si è appreso oggi Hanif Atmar, consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente Ashraf Ghani, ha visitato varie zone di Nangarhar, assicurando che sulla base di specifiche istruzioni del capo dello Stato e di “nuove direttive”, “l’Isis sarà eliminata da questa provincia”.

Da almeno due anni i seguaci del ‘Califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi stanno cercando di installare un loro quartier generale nei distretti di Nangarhar, e nel contempo hanno realizzato numerosi cruenti attentati, compreso quello che ha causato ieri davanti al ministero della Difesa a Kabul, almeno cinque morti e dieci feriti.

Oltre ad Atmar, hanno visitato la provincia numerosi alti responsabili dei ministeri della Difesa e dell’Interno, nonché ufficiali della Nato e dell’esercito afghano per esaminare i risultati dell’Operazione ‘Hamza’ avviata contro l’Isis tempo fa. Al riguardo il generale Muhammad Zaman Waziri ha indicato che dall’inizio di essa nei distretti di Achin e Kot sono stati uccisi 326 militanti dell’Isis, fra cui alcuni comandanti.

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