Usa, foto d'archivio Ansa dei militari Usa, foto d'archivio Ansa dei militari

Usa, regalo a Putin? Ritirano 12 mila soldati dalla Germania, aerei a Aviano

Una strategia USA che farà piacere a Putin.

Gli Usa ritirano 12 mila soldati dalla Germania, portano gli aerei a Aviano e spostano i centri di comando dalla Germania. L’European Command verrà portato in Belgio; l’Africa Command a Napoli o forse in Spagna, scrive Giampaolo Scacchi.

Ma c’è una notizia che riguarda l’Italia, come ha riportato il Corriere della Sera.

E’ il dislocamento ad Aviano di uno squadrone di caccia F16, attualmente collocati nelle basi tedesche di Ramstein e di Spangdahlem.

Obbiettivo del Pentagono è avvicinarsi alla regione del Mar Nero, in modo da impiegare gli F-16 “lungo il fianco sud orientale della Nato”.

Gli Stati Uniti ritireranno 11.900 militari dalla Germania, portando il contingente nel Paese da 36mila a 24mila truppe. Una diminuzione più cospicua di quanto inizialmente previsto.

Lo ha annunciato il segretario alla Difesa, Mark Esper, spiegando in una conferenza stampa che circa 5.600 militari saranno redistribuiti in vari Paesi Nato, mentre 6.400 faranno ritorno negli Stati Uniti.

I funzionari del Pentagono hanno giustificato la decisione sostenendo che la Germania non è più “un paese in prima linea” per le operazioni statunitensi in Europa.

Secondo i generali sarà meglio così

Il generale John Hyten, vicepresidente dei capi dello staff congiunto, ha detto mercoledì che la riallocazione delle truppe “rafforzerà” l’impegno degli Stati Uniti nei confronti degli alleati. Perché “distribuirebbe meglio le forze in Europa e aumenterebbe l’uso delle forze di rotazione”.

Alcuni critici sostengono che la mossa probabilmente aumenterà le ambizioni russe sull’ Europa. Un alto funzionario della Difesa ha affermato che il trasferimento delle truppe consentirà agli Stati Uniti di reagire a un'”attività russa molto aggressiva. E alla posizione cinese sempre più grintosa nel Mediterraneo, nell’Europa sud-orientale”.

Secondo Thomas Wright, esperto di relazioni transatlantiche al Brookings Institution, un think tank di Washington, “non esiste una strategia. Tutto questo ha a che fare con la profonda ostilità psicologica di Donald Trump nei confronti della Germania in generale e di Angela Merkel in particolare”.

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