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Usa. Teenager nero ucciso da guardia senza motivo, via capo polizia

di lgermini |26 Marzo 2012 11:22

SANFORD, STATI UNITI – Le proteste scatenatesi in tutti gli Stati Uniti contro l’uccisione di un teenager di colore da parte di una guardia volontaria in Florida hanno portato a un primo risultato: le dimissioni di Bill Lee, capo della polizia di Sanford, sobborgo di Orlando dove viveva la vittima. La notizia e’ stata data dallo stesso funzionario, che ha motivato la decisione dicendo che la sua persona, al centro di mille polemiche, e’ ormai diventata un elemento che distrae il lavoro degli inquirenti. 

Lee era finito sotto accusa per la decisione di non dare l’ordine di arresto per George Zimmerman, il volontario della ronda di quartiere che ha sparato al diciassettenne Trayvon Martin, disarmato. Il dirigente ha tuttavia precisato che le sue dimissioni sono ‘temporanee’, ma la decisione e’ stata comunque accolta a Sanford dall’ovazione della folla che da giorni si batte perche’ venga fatta giustizia.

L’uccisione a sangue freddo dell’adolescente di colore ha suscitato negli Stati Uniti un’ondata di indignazione e proteste senza precedenti, con manifestazioni in numerose citta’, dalla Florida a New York. Anche perche’ la vittima era disarmata e l’uomo che ha sparato, un ispanico, e’ ancora a piede libero, nonostante il sospetto che dietro la tragedia ci sia anche un movente raziale.

L’assassino ha fatto fuoco, ha detto, perchè insospettito dal fatto che il giovane aveva la testa coperta dal cappuccio della felpa e dall’alterco seguito a quando gli ha ordinato di toglierselo. Oltre alle proteste per l’uccisione del giovane monta anche la polemica sulle leggi che in alcuni stati praticamente permettono ai cittadini di andare in giro armati e di farsi giustizia da se’. 

E’ proprio per queste leggi che – di fronte a casi come quello di Trayvon – la polizia ha le mani legate, non potendo procedere all’arresto di chi spara, almeno fino a quando non venga smontata la versione della legittima difesa. Sia l’Fbi che il ministero della Giustizia comunque – sotto la pressione delle proteste e dei media – hanno aperto un’inchiesta sull’uccisione del ragazzo.

L’udienza preliminare per stabilire se procedere o meno all’incriminazione di Zimmerman e’ stata fissata per il prossimo 10 aprile. Tuttavia ci vorranno giorni o settimane prima di analizzare tutte le prove ed emettere un verdetto. Settimane in cui le proteste andranno avanti. A New York centinaia di persone hanno marciato in quella che e’ stata ribattezzata la ‘Million Hoodie March’ (marcia dei milioni di cappucci, come il cappuccio della felpa che Trayvon indossava quando e’ stato ucciso).

Alla manifestazione hanno partecipato anche i genitori del ragazzo, Tracy e Sybrina Martin. ”Non ci fermeremo finche’ non avremo giustizia – hanno gridato  alla folla riunita a Union Square – perche’ il nostro ragazzo non ha commesso alcun crimine. Non e’ questione di bianco o nero, ma di giusto o sbagliato”.

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