ROMA – Dietro al caso delle spie in Vaticano ci sono storie che i cardinali non vorrebbero far conoscere al grande pubblico, come “I soldi della carità spesi dai monsignori e quelli dei bambini per l’attico di Bertone”, come sintetizza Emiliano Fittipaldi su Repubblica.
Fittipaldi è insieme a Gianluigi Nuzzi uno dei due giornalisti beneficiari delle soffiate delle spie. Entrambi i giornalisti hanno due libri in uscita. Quello di Nuzzi è “Via Crucis” (Chiarelettere, 336 pagine, 18 euro) ed è concentrato sul faticoso percorso di Papa Francesco per cambiare la Chiesa, quello di Fittipaldi si intitola “Avarizia” (Feltrinelli, 224 pagine, 14 euro) e si sofferma di più sui soldi, montagne di soldi che inquinano l’azione della Chiesa e spiegano gran parte delle lotte di potere in Vaticano.
Fittipaldi, in un articolo-trailer, fa due esempi. Entrambi riguardano l’ex segretario di Stato (il “presidente del Consiglio” Vaticano), il cardinale Tarcisio Bertone. La prima è un volo in elicottero in Basilicata “per finalità promozionali” nel febbraio 2012 costato 23.800 euro, un viaggio pagato dalla fondazione Bambin Gesù. La seconda è sul famoso attico di Bertone, una casa di lusso la cui ristrutturazione è stata pagata con un contributo di 200 mila euro, sempre dalla fondazione Bambin Gesù. Erano letteralmente “soldi dei bambini”. Sullo sfondo ci sono
“Ricchezze sterminate, proprietà immobiliari per quattro miliardi di euro, offerte per la beneficenza che non vengono spese per i più poveri ma ammucchiate in conti e investimenti, o per esigenze dei monsignori di curia.
E ancora: fondazioni vaticane dedicate ai bambini malati che investono centinaia di migliaia di euro per ristrutturare la casa di cardinali importanti, imprenditori indagati in Italia che — nonostante l’annunciata pulizia della banca vaticana — ancora nascondono i loro soldi allo Ior, investimenti milionari (da parte del Bambin Gesù, ospedale finanziato dallo Stato italiano e che ha in cassaforte un fondo segreto da 427 milioni di euro) su aziende petrolifere e chimiche Usa come la Exxon e la Dow Chemical.
Partiamo dal Bambin Gesù. O meglio da una fondazione controllata, nata nel 2008 per raccogliere denaro per i piccoli pazienti. Gli investigatori della società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) nella bozza del rapporto consegnata al Vaticano il 21 marzo 2014 dedicano alla onlus italiana con sede in Vaticano alcuni passaggi della loro due diligence. Nel focus si evidenzia l’affitto di un elicottero, nel febbraio 2012, per la bellezza di 23 mila e 800 euro. Pagati sull’unghia dalla fondazione Bambin Gesù “a una società di charter per trasportare monsignor Bertone dal Vaticano alla Basilicata per alcune attività di marketing svolte per conto dell’ospedale”. Ma c’è un’altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto PwC che rischia di imbarazzare il Papa e il Vaticano.
Quella che riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a palazzo San Carlo. La fondazione, definita da PwC come “un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere l’assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambin Gesù” ha saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200mila euro, pagati all’azienda Castelli Real Estate dell’imprenditore Gianantonio Bandera.
[…] Profiti, fino al 2015 presidente sia del Bambin Gesù che del consiglio direttivo dell’omonima fondazione conferma invece la spesa autorizzata a favore dell’appartamento di Bertone, già finito nella bufera per la sua ampia metratura. La parcella, spiega Profiti, sarebbe stata giustificata dal fatto che la casa del cardinale sarebbe stata poi messa a disposizione della fondazione stessa per finalità “istituzionali”: “È vero: con i soldi stanziati da noi è stata ristrutturata una parte della casa di Bertone. Cercando di ottenere in cambio la disponibilità di potere mettere a disposizione l’appartamento”.