ROMA – Non aspettatevi conferme né smentite. Il Vaticano di ufficiale nulla dirà sui faldoni che i cardinali Julian Herranz, Salvatore de Giorgi e Josef Tomko hanno messo nelle mani del Papa dopo un’indagine sulla fuga di documenti della Santa Sede (Vatileaks). Lo spiega il portavoce della Santa Sede Padre Federico Lombardi che, ovviamente, rifiuta di commentare le indiscrezioni sulle presunte storie di omosessualità che avrebbero contribuito alla decisione di Benedetto XVI di dimettersi.
“La commissione – ha spiegato Lombardi – ha fatto il suo lavoro, ha confidato il rapporto nelle mani del Santo padre da cui aveva il mandato. Non stiamo a correre dietro tutte le illazioni o le fantasie o le opinioni che vengano espresse su questo tema, e non aspettatevi neanche che i tre cardinali vi diano interviste, perché hanno concordato la linea di non rispondere e non dare informazioni su questo tema“.
Una posizione diversa, quella ufficiale, da quella espressa dall’ex direttore di Avvenire Dino Boffo secondo cui Benedetto XVI avrebbe in mente un obiettivo preciso: “Porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili”. Impossibile non cogliere la relazione con la vicende personale di Boffo, dimessosi da avvenire proprio per la diffusione di una sua presunta vicenda giudiziaria: “: “Penso che la Santa Sede debba liberarsi del vizio infame delle lettere anonime senza firme e senza mittenti”.
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