Vertice Italia-Turchia: impegno per una soluzione in Siria

ROMA, 8 MAG – Pieno appoggio dell'Italia al laborioso cammino verso l'adesione della Turchia alla Ue, potenza regionale emergente fra Europa e Asia, fra Occidente e Islam, che viaggia a un ritmo di crescita 'cinese' dell'8,5%, apertura sempre maggiore del ricco mercato turco alle imprese italiane. Ma nel vertice italo-turco di oggi a Roma fra il presidente del Consiglio, Mario Monti e il premier di Ankara, Recep Tayyip Erdogan e' entrata di prepotenza anche la questione che al momento piu' preoccupa la Turchia, la crisi siriana.

Ankara vede arrivare dal Paese vicino sull'orlo della guerra civile migliaia di profughi sul suo territorio, teme una partizione in tre della Siria con possibile destabilizzanti effetti di contagio, e' scettica sulle speranze di successo della tregua disegnata dall'ex-segretario dell'Onu Kofi Annan. E preme per una internazionalizzazione. ''Ho perso la speranza perche' non riusciamo ad arrivare al risultato voluto.

Le elezioni appena tenutesi in Siria sono pilotate, si sono svolte senza osservatori e questo non si puo' accettare'', ha detto Erdogan ai cronisti dopo i colloqui con Monti. ''I nostri due Paesi sono impegnati alla ricerca di una soluzione'', ha indicato il presidente del Consiglio. Ma per la Turchia e' ora che gli attori internazionali, Onu, Lega Araba, Organizzazione degli stati islamici, entrino in campo con decisione per fermare la spirale di violenza.

Il premier turco ha avvertito che se ci saranno incidenti di frontiera, ma solo se effettivamente ci saranno, chiedera' l'applicazione dell'articolo 5 Nato. L'ipotesi di un intervento dell'alleanza al momento e' stata esclusa da Monti. ''Il consiglio di sicurezza Onu forse dovrebbe fare passi diversi'', ha affermato Erdogan. Ossia agire con piu' forza su Damasco. Il piano Annan visto da Ankara e' fragile.

''Cosa possono fare 50 osservatori? Ce ne vorrebbero 2mila, 3mila, una missione di grande portata'' per controllare tutto il Paese ha detto il premier turco. L'Italia, intanto fornira', 17 osservatori, ha annunciato sempre oggi Monti. Sul fronte bilaterale il vertice di Roma – e la visita che Erdogan ha fatto al Quirinale al presidente Giorgio Napolitano – ha confermato il gia' lungo idillio economico e politico, rafforzato dal primo vertice bilaterale di Smirne nel 2008. l'Italia era guidata allora da Silvio Berlusconi, amico personale di Erdogan. Fra i due Paesi vi e' ''un rapporto di altissimo livello'', ha detto il premier turco.

L'Italia, ha ricordato Monti, e' da sempre in prima linea nell'appoggiare la candidatura Ue di Ankara, ferma da due anni, con ulteriori turbolenze in arrivo a luglio con la presidenza europea di Cipro. ''La nostra speranza e' che il negoziato possa proseguire con slancio rinnovato'', ha detto il premier italiano: Ankara ''e' in grado di integrare l'Ue e di portare un valore aggiunto, economico, geopolitico, strategico e culturale'' a una Europa ''anziana demograficamente, stanca'' e ''non piena di impulsi ed entusiasmo economico''.

Diversi accordi sono stati firmati al termine del vertice, al quale hanno partecipato 8 ministri per Paese. I piu' importanti su sicurezza e lotta contro il terrorismo e la criminalita' organizzata, e sullo sviluppo della cooperazione commerciale. Con un interscambio di oltre 21 miliardi di dollari l'Italia e' il quarto partner del gigante turco, oggi 16ma economia mondiale, forse l'ottava nel 2023. Oltre 250 grandi imprese dei due Paesi hanno preparato in un summit economico la settimana scorsa a Istanbul, un ulteriore salto di qualita' sul mercato turco – centinaia di miliardi di investimenti previsti per lo sviluppo del paese nei prossimi 10 anni – e in joint venture su quelli di Medio Oriente, Asia Centrale, Est Europa. Non a caso due imprese italiane sono nell'ultima rosa di tre candidati per la costruzione del faraonico terzo ponte sul Bosforo.

Gestione cookie