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Ankara, due esplosioni durante manifestazione pace

di admin |11 Ottobre 2015 12:35

Il momento della prima esplosione durante il corteo

ISTANBUL – Prima il corteo e i canti. Poi le esplosioni e le urla. Erano circa le dieci di sabato 10 ottobre quando due forti esplosioni nel cuore di Ankara, durante una manifestazione per la pace, hanno ucciso almeno 128 persone, ferendone oltre 500. Ma il bilancio della strage si aggrava di ora in ora. La manifestazione era stata organizzata per chiedere la fine del conflitto con i separatisti curdi del Pkk.

Subito dopo le esplosioni, il partito filocurdo Hdp ha denunciato che “la polizia ha attaccato le persone che cercavano di portare via i feriti”. Il leader Selahattin Demirtas ha accusato l’Akp, il partito del presidente turco Erdogan, di avere “le mani sporche di sangue e di sostenere il terrorismo” definendo il nuovo attacco come “una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc”. Il riferimento è all’attentato avvenuto alla fine della sua campagna elettorale il 5 giugno, in cui morirono due persone. E a quellodel 20 luglio, quando un kamikaze si fece esplodere uccidendo 33 attivisti filocurdi in partenza per Kobane, la città siriana diventata simbolo della resistenza all’Isis.

Dopo le esplosioni, il premier turco Ahmet Davutoglu ha convocato una riunione di emergenza. Erdogan ha condannato la strage, affermando che l’attacco prende di mira l’unità e la pace della Turchia. In una nota diffusa dal suo ufficio, il presidente ha aggiunto che i responsabili mirano a seminare divisioni fra le diverse parti della società turca. Secondo il premier Davutoglu dietro gli attacchi ci sarebbero militanti legati a Isis, combattenti del Pkk o del movimento di estrema sinistra DHKP-C. Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

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