Negli Usa la “Woodstock degli atei”: “Vogliamo essere rispettati”

WASHINGTON – Non erano 30mila come auspicato ma un paio di migliaia. Non molti ma decisi ad esserci, ad animare a Washington la “Woodstock degli atei“. I non credenti d’America si sono riuniti per far valere le proprie ragioni e in buona sostanza venire riconosciuti e rispettati in una società in larga parte credente e che mai eleggerebbe un presidente che non fosse religioso. “Vogliamo che siano rispettati i nostri diritti costituzionali, siamo cittadini americani come gli altri – spiega David Silverman, presidente dell’American Atheist – Quando fra qualche tempo ricorderemo il ‘Rally della Ragione” ci renderemo conto che è stato il momento della trasformazione del movimento ateo”, predice Silverman. “La verità – spiega Hemant Metha – blogger non credente – è che ogni volta che si sente la parola ateo è sempre accompagnata da un aggettivo negativo: ‘ateo arrabbiato’, ‘ateo militante’, ‘ateo irriducibile’, e cio’ deve cambiare. Ci sono anche atei sorridenti e felici”.

Per David Niose, promotore della manifestazione, la “questione atea” è cosa seria. “L’American Religious Survey che è il più accurato censimento delle credenze religiose, stima a 34 milioni gli americani che non aderiscono ad alcuna religione, cioè il 15% della popolazione. Hanno un orientamento politico prevalente: atei, agnostici e non-credenti hanno votato per il 75% in favore di Barack Obama nel 2008. Poche constituency sono così compatte. Eppure anche i politici di sinistra li ignorano”.

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