Yarsagumba o "viagra dell'Himalaya": la pericolosa caccia al fungo che vale più dell'oro Yarsagumba o "viagra dell'Himalaya": la pericolosa caccia al fungo che vale più dell'oro

Viagra dell’Himalaya o Yarsagumba: la pericolosa caccia al fungo che vale più dell’oro

Yarsagumba o "viagra dell'Himalaya": la pericolosa caccia al fungo che vale più dell'oro
Yarsagumba o “viagra dell’Himalaya”: la pericolosa caccia al fungo che vale più dell’oro

KATMANDU – I tibetani lo chiamano Yarsagumba ed è un parassita che vive tra i 3500 e i 5000 metri di quota. E’ diventato più prezioso dell’oro perché considerato il “viagra dell’Himalaya”. Ma raccoglierlo è estremamente pericoloso per le persone oltre che dannoso per l’ecosistema.  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

Il suo nome significa letteralmente “bruco invernale che diventa erba estiva”. Lo strano fungo attacca d’inverno, quando si introduce nel corpo di una larva, la uccide per poi mummificarla assumendo la forma di un bruco giallognolo infilzato da un ramoscello. Da secoli le popolazioni di Nepal e Tibet lo utilizzano nella medicina tradizionale come rimedio contro la fatica. Lo Yarsagumba è divenuto noto in occidente nel lontano 1993, quando le eccellenti prestazioni di alcuni corridori cinesi, mostrarono al mondo le sue potenzialità rinvigorenti.

Da integratore per gli sportivi, lo Yarsagumba si è presto conquistato la fama di potente afrodisiaco. Si arriva così al boom degli anni Ottanta, periodo in cui va letteralmente a ruba negli Stati Uniti. E pure l’economia locale ne ha giovato: in trent’anni il suo valore è cresciuto esponenzialmente a fronte della crescente domanda. La Banca Centrale del Nepal calcola oggi che la vendita del fungo renda circa 2500 dollari a raccoglitore (Circa 2200 euro). Una cifra che corrisponde a più della metà del reddito totale annuo di un contadino.

Ecco perché migliaia di coltivatori si avventurano ogni primavera sulle pendici dell’Himalaya a caccia del prezioso fungo. Anche a costo della vita: chi parte può restare vittima delle frane e delle estreme condizioni meteorologiche. Oltretutto lo sfruttamento sfrenato rischia di compromettere l’ecosistema della regione, causando l’estinzione del fungo.

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