Yemen, è salito a 185 il bilancio dei soldati massacrati nell’attacco di Al Qaida

BEIRUT – E' salito a 185 soldati uccisi e decine di feriti il bilancio di un attacco compiuto domenica da miliziani di Al Qaida contro una base militare nel sud dello Yemen, secondo quanto reso noto oggi da fonti militari.

L'azione, la più sanguinosa compiuta dall'organizzazione terroristica nel Paese, ha fatto seguito a una serie di altri attacchi in una campagna scatenata a partire dall'insediamento del nuovo presidente, Abd Rabbo Mansour Hadi, il 25 febbraio.

Ieri le autorità avevano parlato di 103 soldati e 25 combattenti di Al Qaida uccisi. Ma il bilancio si è aggravato oggi col ritrovamento dei cadaveri di decine di altri militari in una regione desertica nella provincia di Abyan.

Il capoluogo della provincia, Zinjibar, è dal maggio dello scorso anno sotto il controllo degli insorti, che se ne sono impadroniti approfittando della situazione di caos creatasi nei lunghi mesi di proteste contro l'ex presidente Ali Abdallah Saleh, accompagnate da scontri tra fazioni militari e tribali rivali.

L'attacco è avvenuto domenica, quando le forze degli integralisti hanno dato l'assalto alla base militare di Koud, vicino a Zinjibar. Dopo una serie di scontri, i qaedisti si sono ritirati portando con sé 55 soldati che erano riusciti a catturare.

I prigionieri, riferisce la televisione panaraba Al Jazira, sono stati fatti sfilare in un'altra città sotto il controllo di Al Qaida, Jaar, 15 chilometri a nord di Zinjibar, dove i miliziani hanno anche esposto le armi di cui si erano impadroniti. Una ventina dei soldati sono stati rilasciati ieri mentre non si conosce la sorte degli altri.

Una commissione d'inchiesta sull'accaduto è stata formata con alla testa il vice capo di Stato maggiore delle forze armate, generale Ali Salah. Mentre nella capitale Sanaa soldati hanno dato vita ad un sit-in di protesta per chiedere la rimozione dei vertici dell'esercito.

Il presidente Hadi, succeduto a Saleh in base a un accordo per la transizione elaborato dai Paesi arabi del Golfo e appoggiato dall'Onu, dagli Usa e dall'Ue, ha ribadito di voler mantenere la lotta ad Al Qaida tra le priorità del suo governo. "Siamo determinati a combattere il terrorismo con forza e a qualsiasi prezzo", ha affermato.

Diversi attentati sono stati compiuti da Al Qaida dopo il passaggio delle consegne a Sanaa. Il più grave prima dell'attacco di domenica, con un bilancio di 26 morti, è avvenuto proprio nel giorno in cui Hadi prestava giuramento, il 25 febbraio, quando un attentatore suicida si è fatto saltare in aria alla guida di un'auto-bomba all'entrata del palazzo presidenziale per il sud del Paese a Mukalla, capoluogo della provincia di Hadramaut.

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