YOUTUBE Isis attacca i pozzi: brucia petrolio in Libia

YOUTUBE Isis attacca i pozzi: brucia petrolio in Libia
Isis attacca i pozzi: brucia petrolio in Libia (foto Ansa)

TRIPOLI – Isis attacca il petrolio libico. I miliziani del sedicente Stato Islamico hanno deciso che è questa la strategia da usare contro i nemici: indebolirli nei punti nevralgici della loro economia. Infatti è salito a sette il numero di cisterne in fiamme presso terminal petroliferi libici a causa di combattimenti fra guardie delle installazioni e jihadisti dell’Isis.

Lo riferisce l’agenzia libica Lana citando un portavoce della Compagnia petrolifera nazionale (Noc). Ci sono cinque cisterne in fiamme a Sidra e due a Ras Lanuf, terminal situati ad est di Sirte e e interessati da combattimenti sin da lunedì. I vigili del fuoco non riescono a raggiungere i porti per domare le fiamme.

Ma la guerra non si fa solo col petrolio: nello stesso giorno un camion imbottito di esplosivo è stato lanciato contro un centro addestramento della polizia a Zliten, in Libia, con un bilancio che ha toccato almeno i 50 morti. Lo scrive il sito di Russia today.

Ma i feriti nel centro di addestramento di Al-Jahfal sono comunque decine: il sito di Al Jazeera dice che tutti i quattro ospedali della zona sono in emergenza in seguito all’attentato, mentre Russia Today dice che l’ospedale di Misurata, che dista 60 chilometri da Zliten, ha chiesto ai cittadini di donare sangue. Subito si è pensato che l’attentato potesse essere opera dell’Isis, che in Libia sta guadagnando terreno, approfittando anche delle divisioni del Paese. Nei giorni scorsi almeno 9 soldati sono rimasti uccisi in scontri con i jihadisti e almeno cinque depositi di petrolio sono in fiamme da giorni.

E infatti puntuale come un orologio svizzero è arrivata la rivendicazione: il camion-bomba che potrebbe aver fatto una cinquantina di morti stamani a Zliten, in Libia, è stato una “operazione di martirio”, secondo Aamaq, gruppo editoriale collegato all’Isis, che tuttavia non rivendica direttamente l’attentato terroristico. Lo riportano diversi media, fra cui Financial Times.

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