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Zara, commessa denuncia: “Discriminata per i miei capelli”

di Elisa D'Alto |11 Aprile 2016 15:44

Zara, commessa denuncia: “Discriminata per i miei capelli”

ROMA – “Le tue treccine non sono adatte ai clienti di Zara”. E’ quello che una giovane commessa di un negozio di Toronto si è sentita dire dai suoi superiori e per questo ha fatto un esposto contro il colosso di abbigliamento low cost. Sintetizza il Gazzettino:

Una ragazza di 20 anni ha accusato il negozio di Zara di averla discriminata per il taglio di capelli. Cree Ballah, che lavora nel punto vendita vicino al centro di Scarborough, a Toronto, è stata invitata dal un suo superiore a togliere le sue treccine all’interno del negozio, perché il suo look non era pulito e professionale: “Mi hanno portato fuori dal negozio e mi hanno detto: “Non vogliamo offenderti, ma il taglio di capelli che porti non è adatto a Zara”.Lei ha raccontato che la discussione è avvenuta in una strada trafficata, di fronte a molti clienti: “Mi sono sentita umiliata, per me è stata una discriminazione simile a quella razziale”. Adesso la 20enne presenterà una denuncia contro Zara, che intanto ha risposto con un breve comunicato: “La nostra azienda è multiculturale e non tollera discriminazioni. Inoltre non esistono sulle acconciature, l’importante è che abbiano un aspetto professionale”.

Secondo il sito inglese Metro la ragazza ha scritto una lettera al dipartimento di risorse umane del colosso per discriminazione. “I miei capelli sono ribelli e io faccio il massimo per tenerli sotto controllo ma questo evidentemente a Zara non basta”, ha detto Cree. Non solo: “I miei capelli sono collegati alla mia etnia, a me, e quindi ho avvertito quell’ammonimento come razzista”. Cree infatti è mulatta.

Un comunicato dell’azienda non entra nel merito della vicenda ma spiega: “Zara non ha una politica riguardo lo stile dei capelli dei propri lavoratori. Ci aspettiamo però che tutti i nostri impiegati abbiano un aspetto professionale che li renda all’altezza dei nostri clienti. L’azienda ha trattato l’argomento con la commessa in questione rispettandone la privacy”.

 

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