A Mauritius hanno avuto uno scandalo delle intercettazioni come in Italia. Hanno risolto sospendendo i social media fino a dopo le elezioni del 10 novembre.
Mauritius, isola dell’Oceano Indiano in passato contesa fra Napoleone e gli inglesi, non è solo una ambita meta turistica per gli italiani ma è anche un importante centro economico.
Secondo la polizia le telefonate trapelate sui social sono state manipolate utilizzando l’intelligenza artificiale, scrive su Reuters i Villen Anganan.
L’autorità di regolamentazione delle comunicazioni di Mauritius ha ordinato a tutti i fornitori di servizi Internet di sospendere l’accesso alle piattaforme di social media da venerdì all’11 novembre, un giorno dopo le prossime elezioni generali, mentre il paese si riprende da uno scandalo di intercettazione.
Circa 20 conversazioni che coinvolgono politici, polizia, avvocati, giornalisti e membri della società civile sono trapelate sui social media da metà ottobre,
Sospesi i social media dopo lo scandalo delle intercettazioni
L’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha detto che il divieto temporaneo dei social media era in risposta a “pubblicazioni illegali”.
L’ufficio del Primo Ministro ha detto che la restrizione era necessaria per preservare la sicurezza nazionale e l’integrità del paese, a seguito della pubblicazione di “alcuni” clip audio.
“Un comitato di crisi si sta attualmente riunendo per contenere i rischi esistenti il prima possibile”, ha detto l’ufficio del primo ministro Pravind Kumar Jugnauth in una dichiarazione.
EMTEL, uno dei tre operatori di telecomunicazioni nel paese dell’Oceano Indiano, ha detto che era in procinto di attuare la direttiva e che “l’esperienza dell’utente sarà progressivamente interrotta”.
Nelle elezioni del 10 novembre, Jugnauth sta cercando di mantenere la maggioranza del suo partito del Movimento Socialista Militante (MSM) in parlamento e darsi altri cinque anni in carica.
Soffocati i processi democratici
In una dichiarazione congiunta, due gruppi della società civile, l’Internet Governance Forum e la Internet Society, hanno affermato che i pericoli di chiudere Internet superano di gran lunga qualsiasi beneficio percepito.
“Limitare l’accesso alle piattaforme digitali non solo soffocherebbe i processi democratici, ma danneggerebbe anche l’economia, sconvolgerebbe le imprese e limiterebbe l’accesso alle informazioni e ai servizi essenziali”, hanno scritto i gruppi.