Il mistero Orlandi continua. Nel frattempo però l’Emanuela Orlandi Show ha regalato agli appassionati altre due belle puntate. Vediamo quali.
1) – Giovedì 5 dicembre 2024 la Commissione parlamentare ha audito Andrea Mario Ferraris, all’epoca fidanzato di Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, e oggi suo marito.
Ha raccontato lo strazio dei genitori di Emanuela, del suo matrimonio con Natalina programmato per settembre od ottobre, ma rinviato a causa della tragedia della scomparsa, e dopo avere divagato su note di colore, perfino sul ruolo di alcune “cartomanti sensitive” che consigliavano di cercare Emanuela a Ostia.
Ad un certo punto gli è stato chiesto di spiegare meglio le confidenze fatte a un ufficiale dei carabinieri e cosa lo ha spinto a farle.
Parla il fidanzato della sorella di Emanuela Orlandi
Come si legge nel Rapporto Giudiziario N. 0159977/2-20 inviato il 30 agosto 1983 al magistrato Domenico Sica dal maggiore Antonio Ragusa, comandante della Terza Sezione della Legione dei Carabinieri di Roma, si tratta delle “dichiarazioni confidenziali rilasciate da Andrea Ferraris, fidanzato della signorina Natalina Orlandi, ad ufficiale di questo Reparto, circa un episodio avvenuto cinque anni or sono tra la Natalina stessa e lo zio Mario Meneguzzi”.
Di che episodio si tratta? Cosa ha spinto il fidanzato di Natalina ad andare a farle a un ufficiale dei carabinieri? I quali carabinieri nello stesso rapporto inviato a Sica scrivono una serie di notizie su zio Mario Meneguzzi tipiche di quando una persona viene da loro “attenzionata”. Da notare che, come vedremo meglio, Sica proprio in quei giorni si rivolse alla Segreteria di Stato del Vaticano e venne a sapere alcune cose poco commendevoli.
Come che sia, Ferraris ha chiesto che le risposte alle domande dei commissari su quella brutta faccenda venissero secretate. Motivo per cui NON si saprà mai non solo cosa ha risposto, ma neppure quali fossero le sue “dichiarazioni confidenziali” fatte nell’agosto 1983 a un ufficiale dei carabinieri e cosa lo ha spinto a farle.
La secretazione dell’argomento comporta infatti anche la secretazione dell’allegato inviato a Sica con specificate le “dichiarazioni confidenziali”.
Anche se, a onor del vero, l’intera relazione a Sica compreso l’allegato sono da anni atti giudiziari pregressi depositati e quindi pubblici. Perciò dovrebbero essere consultabili e appare strana una secretazione ex post.
Per ora possiamo e dobbiamo rilevare che:
– le dichiarazioni confidenziali del Ferraris a un ufficiale dei carabinieri difficilmente possono riferirsi a cose di nessuna o scarsa rilevanza e annessa gravità;
– A meno di un uso improprio del termine da parte dei carabinieri, Ferraris si riferisce a “un episodio”, cioè a un FATTO ben preciso.
Fatto che come tale parrebbe smentire la versione fornita da Natalina Orlandi sia a Sica sia nella conferenza stampa tenuta l’11 luglio dell’anno scorso nella sede romana della Stampa Estera dopo che era stato reso noto il carteggio Sica/Agostino Casaroli Segretario di Stato vaticano/monsignor José Luis Serna Alzate (a suo tempo confessore e consulente spirituale di Natalina Orlandi e della sua famiglia).
Natalina Orlandi in conferenza stampa ha parlato di una corte leggera, fattale dallo zio Mario Meneguzzi, a base di sole parole e senza alcun “fatto accaduto”. Tale narrazione parrebbe però accordarsi male con:
– il bisogno sentito dal suo fidanzato Ferraris di confidare a un ufficiale dei carabinieri “un episodio” “avvenuto tra Natalina Orlandi e suo zio Mario Meneguzzi”;
– quanto scritto da monsignor Serna Alzate in risposta al Segretario di Stato Agostino Casaroli. Il monsignore ha infatti parlato di “attenzioni morbose”, di Natalina “terrorizzata” e della minaccia dello zio di farla licenziare dal suo lavoro nel parlamento italiano se del suo comportamento ne avesse parlato con qualcuno.
Da notare che sia Casaroli che Serna Alzate per comunicare per iscritto tra loro su questa faccenda hanno usato entrambi una doppia cifratura segreta. Una precauzione eccessiva per una faccenda presentata da Natalina Orlandi come di nessuna importanza.
2) – La puntata del 6 dicembre del programma televisivo Far West, condotto dal giornalista Salvo Sottile, ha lanciato l’ennesima “rivelazione bomba”, che si vuole sia una conferma di quanto affermato dall’immaginifico e credulone Pietro Orlandi riguardo la “pista londinese”.
Da anni vengono “rivelate” a Pietro da persone diverse le “prove” del fatto che Emanuela è stata tenuta di fatto prigioniera a Londra per volere e iniziativa del Vaticano, tutte “rivelazioni” e “prove” rivelatesi sempre fasulle.
L’ultima “rivelazione” parlava di una richiesta vaticana al nostro ministero della Difesa di un volo segreto Roma-Londra con un aereo dei nostri servizi segreti militari per trasferire Emanuela nella capitale inglese.
Ed ecco che Far West sfodera dal cilindro l’ex maresciallo Giuseppe Dioguardi dell’Aeronautica militare, che conferma: c’è stato davvero un misterioso volo Roma-Londra chiesto dal Vaticano nel 1983. Il maresciallo però ci ha tenuto a precisare: “Non sapremo mai se lei era a bordo”. “Lei” ovviamente è Emanuela Orlandi.
Il maresciallo dice esplicitamente che il volo “segreto” chiesto dal Vaticano c’è stato, ammesso che non sia una balla anche questa, ma che non sa chi ci fosse a bordo, in particolare non sa se si trattava di Emanuela. Tanto basta però a Pietro Orlandi e ai suoi tifosi duri e puri, senza se e senza ma, per gridare che quello è il volo che ha “trasferito” Emanuela a Londra e che quindi la “pista londinese”, anche se sempre più color fumo di Londra, è vera.
Purtroppo l’ex maresciallo Giuseppe Dioguardi è una vecchia conoscenza delle cronache adrenaliniche, ha infatti tenuto banco su un altro grande e tragico mistero: il mistero del DC9 dell’Itavia abbattuto nei cieli di Ustica. Come se non bastasse, il mio amico Emiliano Boschi nel mio gruppo Facebook “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi” fa notare che “Al minuto 10:40 della puntata di Far West il maresciallo Dioguardi testimonia che i velivoli impiegati all’ epoca erano i Falcon (quindi anche l’ aereo dove sarebbe salita la Orlandi). Peccato però che i Falcon entrino in operatività nel 1985”. Per l’esattezza il 27 novembre 1985. Cioè due anni e cinque mesi DOPO la scomparsa di Emanuela. Che quindi NON può essere stata portata a Londra con un Falcon quando dice l’ex maresciallo. Ammesso che sia stata comunque davvero “trasferita” a Londra.
“Venghino, siòri, venghino, avanti c’è posto”. Per la prossima pista con annesso prossimo botto.
POST SCRIPTUM
Sarà sicuramente un caso, però è interessante notare che guarda caso il “botto” di Far West e arrivato il giorno dopo l’audizione di Ferraris. Col risultato di eclissarla fino a farla sparire. Evitando così che si parlasse dello zio Mario Meneguzzi e delle “dichiarazioni confidenziali” – sicuramente interessanti – fatte a un ufficiale dei carabinieri dal marito di Natalina “circa un episodio avvenuto cinque anni orsono tra la Natalina stessa e lo zio Mario Meneguzzi”.