Al liceo scientifico Volta di Torino entra in vigore il divieto assoluto di smartphone nel biennio. Intervallo compreso. I telefoni degli studenti di prima e seconda, raccontano le cronache, saranno ritirati all’ingresso delle 8 e restituiti soltanto all’uscita alle 14.
L’iniziativa, ribattezzata “progetto no smartphone”, è stata approvata la settimana scorsa prima dal Collegio docenti e poi dal Consiglio d’Istituto. Per iniziare però bisognerà aspettare l’arrivo degli armadietti che serviranno a tendere i telefoni sotto chiave.
“Siamo arrivati a questa decisione osservandoli durante l’intervallo: molti non si alzano dal banco, non si guardano in faccia – spiega la preside Maurizia Basili al Corriere della Sera-. Se gli insegnanti li riprendono, si arrabbiano sostenendo che è il loro tempo libero”.
“L’invito a tenerli spenti nello zaino non basta – sostiene la preside Basili –. Per i docenti diventa un incubo controllare, soprattutto ai cambi d’ora e negli intervalli”.
“Una semplice scatola dove riporre i telefoni non è abbastanza sicura per l’intera giornata, valgono migliaia di euro – fa notare la preside –, perciò abbiamo optato per gli armadietti che abbiamo trovato sul web, già adottati da un istituto di Milano: se fosse necessario utilizzare device elettronici per le attività didattiche, si useranno i tablet della scuola o il laboratorio di informatica”.
E i genitori? Cosa ne pensano? “Sono d’accordo e lo trovo istruttivo: li sequestro anche io a casa, usandoli si perde la cognizione del tempo”, sostiene l’imprenditore Dario Casalini, padre di tre figli, uno di loro in prima al Volta. “Il telefono è pensato soltanto per svagarsi e non per imparare – aggiunge –. La scuola è un tempo di lavoro e i ragazzi non hanno la maturità di usarlo per studiare: non penso sarà un problema farne a meno, visto che alle medie si faceva già così”.
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