Un professore 60enne originario di Taranto, è stato arrestato nel capoluogo pugliese. Conosciuto come il “prof fantasma”, era ricercato da giugno a causa di un ordine di carcerazione che prevedeva una pena di sette anni e sette mesi. Il motivo? Un cumulo di pene per truffa aggravata e peculato. L’episodio ha suscitato molto clamore, soprattutto per il legame con il suo impiego presso un istituto di Conegliano (Treviso), dove ha accumulato ben 550 giorni di assenza.
Il comportamento al lavoro: 550 giorni di assenza
L’uomo lavorava come insegnante di diritto presso l’istituto dal 2011. Durante questo periodo, ha presentato numerosi certificati medici, firmati da più di 14 dottori diversi, per giustificare le sue frequenti assenze. Le assenze avvenivano esclusivamente nei giorni feriali, rendendo impossibile all’istituto garantire una copertura continuativa. Di conseguenza, la scuola era costretta a nominare supplenti con contratti a breve termine, spesso di solo una settimana. Nonostante la lunga assenza, continuava a percepire lo stipendio regolare, aumentando le difficoltà gestionali per la scuola.
Licenziamento e arresto
Alla fine di settembre, dopo numerose assenze, il professore ha tentato di riprendersi la sua cattedra. Tuttavia, al suo arrivo, è stato fermato all’ingresso. L’istituto aveva già avviato il procedimento di licenziamento, con il parere favorevole dell’Ufficio scolastico di Treviso. A causa del suo comportamento, l’istituto ha finalmente formalizzato la sua esclusione.
La vicenda si è conclusa con l’arresto del 60enne a Taranto. La squadra mobile lo ha rintracciato e arrestato, ponendo fine a una vicenda che ha sollevato molte polemiche nel mondo scolastico. Era stato accusato non solo per le sue assenze ingiustificate, ma anche per i reati di truffa e peculato, che hanno portato al suo ordine di carcerazione di sette anni e sette mesi.