Non c’è stato nulla da fare per un base jumper di 36 anni di Brescia che la mattina di oggi, martedì 6 agosto, con la sua tuta alare si è lanciato dal Piz da Lech in Val Badia, una delle mete preferite dai base jumper. Raian Kamel, un filmmaker amante di esperienze adrenaliniche, è morto sul colpo, finendo contro la roccia. L’uomo si era incontrato con altri cinque jumper sul posto. Sono stati loro a chiamare i soccorsi dopo che il 36enne, che si era lanciato assieme a loro, non è atterrato nel punto concordato, un prato in località Colfosco.
Base jumper si lancia e muore finendo contro una roccia
I soccorritori con l’elicottero dell’Aiut Alpin hanno sorvolato la zona. Il corpo è stato avvistato in un canalone ghiacciato a 2.400 metri di quota, in una zona impervia e priva di sentieri. Difficile, quindi, il recupero da parte dei soccorritori che hanno lavorato per diverso tempo per poi consentire all’elicottero di trasportare il 36enne a valle.
Perché il base jumping è uno sport pericoloso
Il base jumping è uno sport che non perdona. Una volta indossata la tuta alare ci si lancia da una cima, si aprono le braccia e si vola a una velocità compresa tra i 180 e i 210 chilometri orari, planando fino all’atterraggio col paracadute. Il rischio è quello di finire contro la roccia, soprattutto se ci si infila nei canaloni, come ha fatto Raian che aveva già fatto lo stesso salto. Come filmmaker ha, infatti, documentato le sue imprese mozzafiato, fra cui il precedente salto dal Piz da Lech del 22 luglio 2022.