I sommozzatori hanno trovato e recuperato il corpo di Hannah Lynch, la figlia diciottenne del magnate inglese Mike. La giovane di 18 anni, era l’ultimo disperso del naufragio del veliero Bayesian affondato nel mare di Porticello lunedì scorso. Fino ad ora erano stati recuperati altri sei cadaveri, cinque di questi rimasti intrappolati dentro lo scafo della barca a vela. I cinque corpi erano stati ritrovati fuori dalle cabine, in una zona della nave che si è allagata per ultima poco prima di inabissarsi. Segno dello strenuo tentativo di cercare una via di fuga dall’imbarcazione. La ragazza era invece rimasta intrappolata dentro una delle cabine.
Chi era Hannah Lynch
Secondo quanto riportano diversi siti inglesi, tra cui il Times e The Independent, Hannah era iscritta alla Latymer Upper School di Hammersmith, una scuola privata di Londra, la cui retta costa circa 25 mila sterline l’anno. Amava tanto i libri e la poesia. Lo scorso anno aveva vinto il William C Smith Award, proprio per la poesia. Era una vera e propria divoratrice di libri, particolarmente impegnata sui temi sociali come quello dei diritti delle donne.
La sua media era molto alta e, in più occasioni, i genitori Mike Lynch e la madre Angela Bacares avevano anche fatto delle donazioni alla scuola frequentata in passato da ex allievi famosi come gli attori Hugh Grant e Alan Rickman. Dopo avere ultimato il 15 agosto scorso gli studi alla Latymar Upper Schhol, a settembre Hannah avrebbe dovuto iscriversi alla Oxford University. Alcuni amici della giovane parlando di lei, al Times, la descrivono come una “supernova, determinata, ostinata e divertente”. Una sua ex compagna di scuola ha raccontato al The Indipendent di essere “incredibilmente sotto shock”.
“Per recuperare il relitto faremo come con la Concordia”
Trovati tutti i dispersi, ora bisognerà pensare a recuperare il relitto. E come avverrà questo recupero? A spiegarlo in un’intervista a Repubblica è il comandante sudafricano Nick Sloane, tra i massimi esperti al mondo di salvataggi marittimi. Sloane ha lavorato al recupero della Costa Concordia e spiega che il recupero, in questo caso, avrà un costo che si aggira intorno ai 15 milioni di euro. Per capire come sia affondato il Bayesian, sarà prima necessario “fare un’indagine per capire cosa è accaduto e per avviarla è fondamentale che la nave venga riportata in superficie intatta.
L’albero alto 75 metri si può tagliare, insieme ai suoi tiranti e al sistema delle vele. È necessario prima di tutto fissare delle chiatte sulla superficie e su quelle installare le grandi gru, proprio come quelle usate per la Concordia. Deve praticamente essere creata una grande piattaforma, un sistema che prevede anche navi di supporto per le immersioni. Per questa operazione ci vorranno una decina di giorni. Le gru servono a tirare su la barca. Una volta sulla superficie, ci vuole anche una chiatta speciale su cui posizionare la barca per poi portarla a terra”. L’operazione di recupero richiederà fino a otto settimane e “deve essere concluso prima della seconda parte di ottobre”. Solo così sarà possibile capire se e come il disastro poteva essere evitato.
I 16 minuti in cui si è consumata la tragedia
L’affondamento del Bayesian è avvenuto in 16 minuti. Si poteva evitare? A queste domande sta provando a rispondere la procura di Termini Imerese. L’Ais mette in relazione gli strumenti di bordo di un’imbarcazione con le stazioni costiere. Sarà questo sistema di tracciamento che disegna la rotta a permettere di comprendere come e perché si è consumato il disastro. A spiegarlo è il Corriere della Sera.
La tragedia è avvenuta alle 3,50 di notte durante la forte burrasca che ha colpito la zona. La Bayesian comincia a ondeggiare e il sistema di tracciamento mostra il veliero che si muove in diverse direzioni: prima avanti poi indietro, poi sul fianco, poi di nuovo avanti e indietro. Dopo pochi minuti si vede che l’ancoraggio non regge più con la barca non riesce a stare dritta. Alle 3.59 una virata con il veliero comincia a imbarcare acqua. L’acqua raggiunge la sala macchine e scatta un blackout. Alle 4.05 il Bayesian scompare dopo un ennesimo cambio di rotta: un minuto dopo, il suo EPIRB, una sorta di gps, lancia in automatico l’allarme per avvenuto affondamento. Il superyacht va giù di prua e si adagia sul fondale di dritta, ossia sul lato destro.
Omicidio plurimo e lesioni
L’ipotesi di reato è disastro, omicidio plurimo e lesioni. I magistrati hanno già sentito, col supporto della polizia giudiziaria della Capitaneria di porto, il comandante del veliero. Si tratta del neozelandese James Cutfield. Hanno ascoltato anche gli altri superstiti che si trovano ancora nel resort Domina-Zagarella, a Santa Flavia (Palermo). Interrogato come persona informata dei fatti per oltre due ore, il comandante avrebbe riferito agli inquirenti di non essersi accorto dell’arrivo della tempesta. Al momento null’altro è trapelato.
Resta da capire come sia stato possibile che un’imbarcazione di 56 metri, dotata di tutte le più sofisticate tecnologie e di apparecchi radar, sia potuta colare a picco in pochi minuti come dimostrano i tanti video acquisiti dagli inquirenti dalle abitazioni e da un circolo velico che si trovano nella zona. Dalla Gran Bretagna arriva un’indiscrezione che rende ancora più mesta la tragedia del Bayesian; secondo il sito del Daily Telegraph, che cita fondi del settore nautico, Mike Lynch a marzo di quest’anno avrebbe messo in vendita il veliero, ma avrebbe cambiato idea due mesi dopo, quando a giugno è stato assolto negli Usa nel processo penale dove era imputato per frode sull’acquisizione della sua multinazionale informatica Autonomy da parte del colosso americano Hp. Il magnate quindi avrebbe deciso di trascorrere l’estate a bordo dello yacht con la sua famiglia e gli amici.
La scatola nera
In attesa delle operazione di recupero del Bayesian, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera dalle quali si attendono elementi decisivi, l’attenzione di investigatori ed inquirenti si concentra sulle cause del naufragio avvenuto, come detto, in 16 minuti. La deriva mobile, parzialmente alzata, potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, insieme ad alcuni portelloni aperti che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero. E ancora i motori spenti e il mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno.
Una volta completate le operazioni di recupero delle sette vittime saranno disposte dalla procura le autopsie sui corpi. Per questi atti irripetibili tutte le persone interessate alle indagini, sia come presunti responsabili sia come parti lese, vanno avvisate e messe in condizione di assistere, personalmente o attraverso propri legali e consulenti esperti. E a quel punto ci saranno dunque le prime iscrizioni nel registro degli indagati.