Cronaca

Cancella una svastica su un muro con una bomboletta spray, condannato a 4 mesi di reclusione e multato

Una sentenza del tribunale di Massa ha sollevato un acceso dibattito. Dario Buffa, un 31enne, è stato condannato a 4 mesi di reclusione e a una multa di 1.800 euro per aver utilizzato una bomboletta spray per rimuovere simboli nazisti dai muri del centro storico di Massa. Tra i simboli cancellati, vi era anche una svastica sulla quale aveva apposto una X, tentando di estirpare un segno di odio dalla città. Tuttavia, secondo la legge, l’intervento richiedeva una specifica autorizzazione, che Buffa non aveva ottenuto.

Il “vandalo” che cancellava svastiche

La vicenda è stata raccontata dagli attivisti di Casa Rossa Occupata, un centro sociale recentemente sgomberato a Massa. Secondo quanto riportato dagli attivisti, Buffa non dovrebbe essere considerato un vandalo. L’azione di cancellazione è avvenuta in pieno giorno, con il giovane a viso scoperto e armato di una bomboletta spray, consapevole dei rischi e della possibilità di essere identificato. Buffa era convinto di compiere un atto positivo, rimuovendo simboli di intolleranza e odio, ma si è trovato a dover affrontare una denuncia e una condanna.

Reazioni e solidarietà

La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare tra gli attivisti antifascisti e antinazisti. Casa Rossa Occupata ha avviato una campagna di crowdfunding per aiutare Buffa a coprire le spese processuali. Gli attivisti sostengono che cancellare una svastica non dovrebbe essere considerato un crimine, ma piuttosto un atto giusto dal punto di vista etico, sociale e politico. Loro stessi ritengono vergognoso che si condanni chi difende i valori antifascisti e antinazisti, mentre chi disegna simboli di odio come le svastiche possa sfuggire a una punizione equivalente.

Un’ingiustizia?

Il caso solleva interrogativi sul trattamento legale delle azioni contro i simboli del nazismo e sul bilanciamento tra libertà di espressione e necessità di proteggere i valori democratici. Buffa, lontano dall’essere un criminale, ha agito per quello che considerava un bene comune, eppure la legge lo ha trattato come tale. La vicenda resta un argomento di discussione acceso per molti cittadini e gruppi politici.

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Filippo Limoncelli