“La stretta sulla cannabis light equiparata a quella non light, mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi”. A dirlo è la Coldiretti, in merito all’emendamento al Ddl Sicurezza, approvato nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. L’associazione chiede quindi che il ddl venga modificato perché danneggia pesantemente le aziende agricole.
Si tratta di una filiera che in Italia occupa circa 11mila persone. Di fatto l’infiorescenza della canapa, precisa la Coldiretti, rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l’essicazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori. Coldiretti aveva espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea, anche per rispondere a settori come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell’industria o dell’arredo. Ora si mette a rischio un settore che conta migliaia di persone impiegate e circa 4mila ettari coltivati, bloccando anche le esportazioni che rappresentano una grossa fetta del mercato italiano.
“Con l’approvazione dell’emendamento che vieta la coltivazione e la vendita di infiorescenze, resine e oli di cannabis light, il governo ha compiuto un’azione repressiva regalando 150 mln di euro alla criminalità organizzata e lasciando senza lavoro 15mila persone, ignorando deliberatamente le evidenze scientifiche che dimostrano l’innocuità della cannabis light con bassi livelli di THC. Siamo di fronte a una scelta priva di fondamento scientifico, spinta unicamente dalla necessità di propaganda politica, non una novità per questo governo che, ancora una volta, sceglie di ignorare la scienza, danneggiando così una filiera produttiva che coinvolge migliaia di aziende e agricoltori italiani, molti dei quali giovani e innovatori. È inoltre una decisione che viola le leggi europee e una sentenza della corte di Giustizia che nel 2020 ha stabilito che la commercializzazione della Cannabis light non può essere vietata come libera circolazione delle merci essendo prodotti presenti nel mercato europeo. Questa norma è frutto del furore ideologico della destra al governo che preferisce far fare affari alle mafie invece che far lavorare legalmente 15mila persone e 3mila aziende”. Così in una nota il deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.
A spiegare cosa cambia dopo la stretta decisa dal Governo è Stefano Vaccari del Pd, capogruppo in commissione Agricoltura: “Ha vinto, almeno per ora, la follia propagandistica del governo che pensa così di comunicare un impegno istituzionale contro le droghe che però sono altra cosa rispetto alla cannabis light con potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo. Una scelta sbagliata che colpisce un settore che impegna molti giovani e che avrebbe dovuto essere aiutato e non certo annientato anche perché non ci sono controindicazioni di ordine sanitario”.