“L’ultima telefonata dal carcere è stata come una coltellata. Mia figlia ha solo 29 anni, spero che la detenzione non la segni a vita”. A dirlo è Elisabetta Vernoni, la madre di Cecilia Sala, la giornalista romana detenuta a Teheran, in Iran. La madre di Cecilia ha parlato fuori Palazzo Chigi dopo aver incontrato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Un incontro nel corso del quale la premier “ha fatto un salto di qualità rispetto alle rassicurazioni, comprensibili, che ricevo sempre”, ha detto la mamma di Cecilia, che ha raccontato la telefonata con la figlia: “Le ho chiesto: hai un cuscino pulito su cui appoggiare la testa? Ha risposto: mamma, non ho cuscino”. Elisabetta ha poi detto che per una madre che vive quello che sta vivendo lei, “capire è una parola inutile. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace”.
La madre di Cecilia Sala: “Io sono come mia figlia, sono un po’ un soldato”
La donna ha spiegato che “la fiducia è tanta, sicuramente” ed ha sottolineato che servono “decisioni importanti e di forza da parte del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia”. Nel Governo, “stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato”.
Dato che sono passati già diversi giorni dall’arresto, l’angoscia vissuta dalla mamma della Sala non è affatto passata. “La prima preoccupazione adesso sono le condizioni di vita carceraria di mia figlia. Si è parlato di cella singola. Non esistono celle singole. Esistono celle di detenzione comuni e poi ci sono celle di punizione. Lei è una di queste, evidentemente”.
La donna spera in una veloce liberazione. Ma intanto “le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha commesso nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita. Poi, se pensiamo a giorni o altro, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un’eccellenza italiana”.
La speranza però resiste: “Aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo” nel Governo. “Quello che potrò fare per parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”. Per la Vernoni, il colloquio con la figlia ed aver sentito la sua voce “è stato comunque un regalo”.
A Cecilia Sala hanno tolto anche gli occhiali da vista
Cecilia Sala si trova in una cella singola, quella dove nel carcere dei dissidenti di Evin a Teheran mettono i detenuti in punizione. Non ha un letto, un cuscino e dorme con la luce accesa al neon per 24 ore al giorno. Non ha una mascherina per coprirsi gli occhi e le hanno tolto anche gli occhiali da vista. L’ambasciatrice italiana le aveva consegnato un pacco con cioccolato, sigarette, maglioni, quattro libri, la mascherina per proteggersi dalla luce e altri beni di prima necessità. Il pacco, però, a Cecilia non è mai stato consegnato.