Bilancio di un anno non facile. Anno tosto, ricco di eventi e di speranze, di fatti da dimenticare e da ricordare. Li riassumiamo ad “imperitura memoria”, come dicevano i latini, confidando nel valore del ricordo. Fatti articolati in cinque sezioni .
CRONACA – Il 2024 è stata la Spoon River dei morti sul lavoro, spesso senza un colpevole (tre decessi al giorno). È stato anche l’anno dei più orrendi femminicidi (Giulia Tramontano, Giulia Cecchettin) di due guerre a noi vicine, di catastrofi ambientali, di stragi in famiglia, dí neonati seppelliti in giardino (a Traversetolo di Parma). Non sono mancati i tormentoni (in testa i Ferragnez). Ma per fortuna l’anno si è chiuso con l’avvio del Giubileo, una opportunità per Roma e non solo. Dalla Capitale è partito un messaggio di pace, lotta alla povertà, tutela del creato, dello sviluppo sostenibile. E tutto il mondo vedrà la nuova vita e la bellezza dei capolavori del Bernini, ricavandone (si spera) una promessa di felicità. Ne abbiamo tutti bisogno.
POLITICA – Molti personaggi alla ribalta, molte storie: Fitto in Europa, “ponte” tra Ursula e Giorgia; il ministro Sangiuliano è caduto tra gossip e stalking; il governatore Totti “dimesso” dalla Procura; Ilaria Salis dal carcere di Budapest al seggio d’oro di Strasburgo; Salvini assolto dalla accusa di sequestro di persona ma inguaiato dai contestatori del nuovo codice della strada. Landini ha già pianificato 45 scioperi per il 2025. Sua la parola più gettonata nell’ultimo trimestre: “rivolta sociale”. Di grazia, contro chi?
ECONOMIA – Personaggio dell’anno John Elkann. Mettendo alla porta l’ad Tavares, il presidente dí Stellantis ha restituito all’auto “Made in Italy” un ruolo che aveva perso. Ancora: l’economia italiana procede nel chiaroscuro. È migliorato lo spread Btp-Bund, il costo del servizio del debito è ridotto, andiamo meglio dí Francia e Germania ma la produzione industriale è calata. Confindustria si è ricompattata e arriva l’Ires premiale. Il nuovo presidente Orsini punta al nucleare e in generale ha un ripensamento profondo del Green Deal europeo premendo con forza verso una neutralità tecnologica.
ESTERI – Il ritorno di Trump (e Musk) ha incoronato il tycoon quale uomo dell’anno. Almeno per “Time Magazine”. Trump ribalterà tutto o quasi sui migranti e la geopolitica. E ciò preoccupa il suo stesso partito repubblicano. La nuova amministrazione USA sarà quasi certamente contaminata dal pensiero del marziano Elon Musk. Vanno poi considerati nello scenario internazionale i successi di Netanyahu nella guerra di rinascita per Israele. Occhio ai pro PAL. Indecifrabile Putin e indecifrabile l’Iran sul caso Cecilia Sala. Probabile uno scambio di prigionieri? La giornalista romana per l’ingegnere iraniano incarcerato a Milano? Dipende molto da Washington.
CULTURA – C’è ancora molto da fare. Due i personaggi dell’anno: Pietrangelo Buttafuoco al vertice della Biennale di Venezia e Alessandro Giuli sostituto chiamato a sostituire Sangiuliano. Il governo medita un colpo d’ala, al varo un progetto fortemente identitario. Allo studio un festival delle Arti, un evento che valorizzi i borghi storici, un potenziamento del salone della Cultura di Milano.