Chiara Petrolini è al centro dell’attenzione dopo la drammatica vicenda legata alla morte dei due figli appena partoriti, poi seppelliti da lei stessa nel giardino di casa sua a Traversetolo, nel Parmense. La sua figura ha suscitato interrogativi non solo tra le autorità, ma anche tra coloro che l’hanno conosciuta, compreso il fidanzato, che si sente disorientato nel rendersi conto di aver conosciuto una persona diversa da quella emersa in questi giorni.
L’immagine: una persona “perfetta”
Molti amici, conoscenti e datori di lavoro descrivono Petrolini come una ragazza impeccabile, una studentessa modello e una babysitter esemplare. La criminologa Roberta Bruzzone, intervistata da ParmaToday, suggerisce che la personalità di Chiara possa essere classificata come narcisistica. Secondo Bruzzone, Petrolini appariva come una giovane donna con un alto funzionamento sociale, capace di mantenere relazioni solide e di eccellere negli studi.
La personalità di tipo narcisistico
Bruzzone spiega che, nonostante l’apparente normalità, Chiara ha nascosto parti di sé che non riteneva adeguate. Questo tipo di disturbo di personalità l’ha spinta a mantenere un’immagine perfetta, evitando qualsiasi cedimento nelle sue interazioni sociali. “Chiara non è matta”, afferma Bruzzone, evidenziando che la ragazza viveva in una realtà dove doveva nascondere i suoi lati vulnerabili. La pressione di mantenere un’immagine di perfezione ha contribuito allo sviluppo delle sue condotte criminali.
La vita di Chiara: brillante ma fragile
Secondo la criminologa, la ragazza aveva una vita sociale ben integrata, era benvoluta da amici e colleghi, e le sue prestazioni scolastiche erano ottime. Tuttavia, la gravidanza a una giovane età era vista come qualcosa di inaccettabile nella sua vita perfetta. Questo contrasto tra le aspettative sociali e la sua realtà potrebbe aver alimentato una crisi interna, portandola a comportamenti estremi.