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Chi è Luigi Nicholas Mangione, il 26enne accusato dell’omicidio del Ceo di UnitedHealthcare

Chi è Luigi Nicholas Mangione, il 26enne incriminato per l’assassinio del ceo di UnitedHealthcare, Brian Thompson, avvenuto il 4 dicembre scorso a Manhattan? Il ragazzo è il rampollo di un’abbiente famiglia italoamericana di Baltimora ed è un ex studente di computer in un’università della Ivy League.

La sua famiglia vive negli Stati Uniti da tre generazioni. Il nonno Nicholas, un costruttore figlio di emigranti, aveva fatto fortuna con una rete di country club, case di riposo e una stazione radio, mentre un cugino di Luigi, Nino, è deputato repubblicano conservatore al parlamento statale del Maryland.

Luigi Mangione, il ragazzo che ha ucciso il Ceo
Chi è Luigi Nicholas Mangione, il 26enne accusato dell’omicidio del Ceo: Unabomber, la rabbia contro le assicurazioni (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

La pistola creata con una stampante 3D

Sempre nel Maryland, Luigi Mangione ha frequentato una costosa scuola privata per soli maschi dove era il primo della casse. Ha poi studiato informatica presso l’Università della Pennsylvania prendendo due lauree. Il giovane è un appassionato di intelligenza artificiale e videogiochi. Da tempo ha rotto con la sua famiglia: il suo ultimo domicilio conosciuto è ad Honululu alle Hawaii. Alcune persone, in tempi recenti gli avevano scritto anche in pubblico sui social per chiedergli dove si trovasse. Il 30 ottobre, qualcuno aveva scritto rivolgendosi a Mangione: “Ehi, tutto ok? Nessuno ha più notizie di te da mesi, e la tua famiglia sembra che ti stia cercando”.

Quando è stato fermato dalla polizia, Mangione aveva con sé, oltre a un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una “ghost gun”, un’arma invisibile ai controlli messa assieme con la stampante 3D.

La passione per l’Unabomber americano

Il giovane aveva con sé anche un “manifesto” ispirato a Theodore Kaczynski, il matematico di Harvard soprannominato Unabomber che negli anni ’90 tenne in scacco l’America con una catena di pacchi bomba. Luigi Nicholas Mangione ammirava e metteva il like sui social alle invettive dell’ecoterrorista contro gli antidepressivi (“Immagina una società che assoggetta le persone a condizioni che li rendono infelici e poi dà loro i farmaci per togliere la loro infelicità”).

Due paginette scritte a mano, il documento-manifesto contiene accuse alla “corporate America” e in particolare alle le mutue private che antepongono i profitti al bene degli assicurati. “Questi parassiti se la sono cercata… Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto”, sono alcune delle frasi scritte da Mangione, che dice di aver agito da solo e di essersi autofinanziato.

Le parole sui bossoli e i soldi del Monopoli

Secondo il New York Post, il ragazzo era rimasto scioccato per come era stato trattato un parente malato, probabilmente un nonno. Anche lui avrebbe dei problemi di salute: da mesi, a quanto emerso, soffriva di un forte mal di schiena e si era sottoposto a un intervento chirurgico che però non aveva apparentemente risolto i dolori cronici che gli impedivano di fare sport e di avere una normale relazione intima con le ragazze.

Tutto confermerebbe dunque quello che è stato fin dall’inizio il sospetto degli investigatori: un killer “arrabbiato” con il sistema miliardario delle mutue. Gli ultimi tasselli chiarirebbero, infatti, il mistero delle tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto – “Deny, Depose, Defend” (negare, deporre, difendere) evocatrici di quelle usate dalle assicurazioni come UnitedHealthcare per negare i rimborsi. Un altro tassello è legato ai soldi finti del Monopoli (il gioco per molti simbolo dell’avidità delle corporation), ficcati nello zaino di marca abbandonato il 4 dicembre, la mattina stessa del delitto, a Central Park assieme al giaccone firmato Tommy Hilfiger.

La sua famiglia: “Siamo devastati”

La sua famiglia, dopo aver appreso delle accuse, ha rotto il silenzio: “Siamo devastati e sotto shock per l’arresto di Luigi”, hanno fatto sapere i familiari in una dichiarazione diffusa da Nino Mangione, il cugino del ragazzo che ricopre il ruolo di deputato repubblicano al parlamento statale del Maryland. Nel comunicato i parenti di Luigi porgono le loro preghiere alla famiglia di Brain Thompson, il Ceo ucciso e chiedono al pubblico di pregare “per chiunque altro è coinvolto nella vicenda”.

 

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