Cronaca

Cosa non ha funzionato a Valencia? Sotto accusa la mancata allerta del governatore negazionista

Dana è il fenomeno atmosferico estremo responsabile dell’alluvione che a Valencia e nei dintorni ha causato 95 morti e 120 mila sfollati. Davanti a dati del genere si capisce che qualcosa nella gestione dell’evento non è andata per il verso giusto.

C’è di mezzo il cambiamento climatico e come primi indiziati finiscono inevitabilmente i negazionisti del clima. E tra questi sembrerebbe esserci  proprio chi dovrebbe gestire queste situazioni: si tratta del presidente della Comunità Valenziana Carlos Mazón.

Il 50enne è del Partito Popolare spagnolo e governa questa microregione che ha come capitale è Valencia, la cui area metropolitana supera il milione di abitanti. Si tratta della terza città spagnola per popolazione dopo Madrid e Barcellona. Mazón è noto per le sue posizioni negazioniste sul clima. La sua maggioranza arrivata al potere dopo anni di governi di sinistra, fino a luglio era in coalizione insieme all’estrema destra di Vox.

Il governatore è ora accusato di aver sottovalutato il problema. A Valencia infatti, fino alle 11 di martedì 29 ottobre non ci sono stati allarmi. Gli alert sui telefonini sono partiti solo alle 8 della sera. Il presidente della Generalitat, a metà giornata aveva scritto su X un messaggio in cui assicurava: “Alle 18 sarà tutto finito”. Il tweet è stato poi cancellato.

Cosa non ha funzionato a Valencia? Sotto accusa la mancata allerta del governatore negazionista (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

“Tra la popolazione cresce l’indignazione”

Juan è un impiegato di Valencia. Al Messaggero racconta che “tra la popolazione sta crescendo l’indignazione“. Un’indignazione bipartisan che prescinde dalle posizioni politiche: “Nessuno riesce a capire come mai non sia stato data l’allerta per tempo. Voi in Italia avete esperienza di questo tipo di fenomeni e quando c’è l’allerta rossa non si fa finta di nulla solo perché non si crede nel cambiamento climatico. Qui invece questo è avvenuto. E Vox è stata fortunata perché è uscita dalla maggioranza in luglio, così oggi tutti se le prendono con Mazón”.

“Molte morti potevano essere evitate”

Giuseppe Grezzi è originario della Basilicata. Da 25 anni vive a Valencia dove è stato consigliere comunale con la sinistra. Grezzi racconta a Rai News che “hanno aspettato a dare l’allarme, hanno fatto finta di nulla. Molte morti potevano essere evitate. C’è chi ha perso la vita dentro le automobili. Tutto questo è avvenuto perché l’ideologia del negazionismo del cambiamento climatico ha prevalso sul buon senso”.

Sulla stessa linea anche la scrittrice Alicia Giménez-Bartlett, che spiega che c’è un problema di negazionismo: “Se non fosse una tragedia per tutti, sembrerebbe che la giustizia divina e la natura si stanno ribellando non soltanto alle opere dell’uomo ma anche a quelli che negano i cambiamenti climatici. Chi non vuole accettare le verità scientifiche adesso ha le prove sotto casa”.

A che ora è stato lanciato il primo allarme “rosso”

Ricostruendo quello che è accaduto, si viene a sapere che un primo allarme “rosso” è stato lanciato la mattina del 29 alle 7 da parte dell’autorità meteo nazionale (Aemet). Solo 11 ore dopo, esattamente alle 20,03, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, è arrivata sui cellulari dei residenti l’invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia.

E dire che il primo messaggio era già chiarissimo: il meteo parlava di un rischio meteorologico estremo con “fenomeni non abituali di intensità eccezionale e un rischio molto alto per la popolazione”. Ad essere sbagliata era solo la quantità di acqua prevista, quantità che in otto ore è stata quella che viene riversata in un anno. Le parole dell’Aemet sono state del tutto ignorate dato che Mazón, nella giornata di martedì, era impegnato in un’iniziativa di promozione turistica.

 

 

Published by
Lorenzo Briotti