Ostaggi liberati in cambio di una tregua a Gaza. Svolta nei negoziati in corso a Doha: Hamas ha accettato la bozza dell’accordo. A sbloccare definitivamente la trattativa è stato un colloquio nella notte tra il capo del Mossad, il primo ministro del Qatar e l’inviato di Trump in Medio Oriente. Presente anche il responsabile dei detenuti dell’Anp, l’Autorità Nazionale Palestinese che controlla la Cisgiordania. Come spiega la Cnn, il governo israeliano è “pronto per un cessate il fuoco” a condizione che Hamas faccia la sua parte.
E mentre proseguono i negoziati indiretti tra Israele e Hamas, l’Associated Press ha ottenuto una copia della bozza dell’accordo che prevede tre fasi. Nella prima, che durerà 42 giorni, Hamas libererà 33 ostaggi, tra cui donne, anziani, bambini e civili feriti; tra loro ci sono anche 5 soldate. In cambio, Israele libererà centinaia di donne e bambini palestinesi imprigionati e, per ogni soldata liberata, 50 prigionieri “politici” palestinesi, tra cui 30 militanti condannati all’ergastolo. Hamas risponde impegnandosi, entro la fine della prima fase, a un ulteriore rilascio che riguarderà tutti i prigionieri civili, vivi o morti che siano.
Le forze israeliane, nel frattempo, si ritirerebbero dai centri abitati. I palestinesi potrebbero così iniziare a tornare nelle loro case nel nord di Gaza e comincerebbero a ricevere ingenti aiuti umanitari, grazie all’ingresso di circa 600 camion ogni giorno.
La seconda fase prevede il rilascio da parte di Hamas di tutti i prigionieri non civili ancora in vita, principalmente soldati maschi. In cambio, Hamas otterrà il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza. Tuttavia, Hamas ha affermato che li rilascerà solo dopo la fine effettiva della guerra e il ritiro completo dei soldati israeliani. Netanyahu, dal canto suo, ha sempre promesso di riprendere i combattimenti, a meno che le capacità militari e di governo di Hamas non vengano eliminate. La seconda fase è quindi la più delicata, dato che, non essendoci garanzie scritte su un cessate il fuoco definitivo, Israele potrebbe riprendere la sua campagna militare.
Hamas ha comunque fatto sapere che potrebbe lasciare il controllo del territorio nel caso venga proposto un governo alternativo per Gaza durante i colloqui.
C’è poi la terza e ultima fase, che prevede che i corpi degli ostaggi rimanenti vengano restituiti in cambio di un piano di ricostruzione della durata di tre-cinque anni da attuare a Gaza sotto la supervisione internazionale.