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Cos’è l’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo che ha vinto il Nobel per la Pace

Il Premio Nobel per la Pace 2024 è stato conferito all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, nota per il suo impegno nella lotta contro la proliferazione delle armi nucleari. L’annuncio è stato dato dal Comitato per il Nobel norvegese a Oslo, sottolineando l’importanza del contributo di Nihon Hidankyo nella sensibilizzazione globale sui pericoli delle armi atomiche. L’organizzazione, composta da sopravvissuti agli attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki, noti anche come Hibakusha, è stata premiata per i suoi sforzi volti a creare un mondo privo di armi nucleari.

L’importanza del contributo di Nihon Hidankyo

Il Comitato ha evidenziato come Nihon Hidankyo abbia lavorato instancabilmente per dimostrare, attraverso le testimonianze dirette dei sopravvissuti, l’inaccettabile devastazione causata dalle armi nucleari. Il messaggio centrale del gruppo è chiaro: le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate. Questo riconoscimento rappresenta un tributo non solo all’organizzazione, ma anche a tutti gli Hibakusha che, con le loro storie di sofferenza e resilienza, hanno cercato di impedire la ripetizione di simili tragedie.

la bomba atomica su hiroshima
Cos’è l’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo che ha vinto il Nobel per la Pace (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Chi sono gli Hibakusha?

Gli Hibakusha sono i sopravvissuti alle bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Al marzo 2016, il numero totale di sopravvissuti ancora in vita in Giappone era di circa 174.080 persone. Oltre a questi, ci sono migliaia di altri Hibakusha che vivono al di fuori del Giappone, in paesi come la Corea e altre parti del mondo. L’organizzazione Nihon Hidankyo è presente in tutte le prefetture giapponesi, rappresentando la quasi totalità dei sopravvissuti organizzati.

Altri candidati al Nobel

Prima dell’annuncio, si era diffuso il consueto toto-nomi sui possibili vincitori del Nobel per la Pace 2024. Tra i favoriti figuravano il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, e l’attivista ambientale Greta Thunberg. Altre indiscrezioni suggerivano la candidatura della Corte Internazionale di Giustizia e dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), entrambe impegnate in cause di rilevanza internazionale.

 

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