In Italia, mentre parliamo di cose come il “servizio civile agricolo”, continuano a crollare scuole. Sempre se a qualcuno interessi ancora qualcosa, delle scuole.
Ma andiamo alla cronaca. Una porzione di intonaco, raccontano le agenzie, è crollata dal soffitto di un laboratorio stamani nell’istituto Capellini-Sauro della Spezia mentre una classe stava facendo lezione.
A salvare gli studenti la prontezza dell’insegante che, dopo essersi reso conto del pericolo imminente, ha invitato gli studenti ad uscire fuori dall’aula qualche secondo prima del crollo.
I detriti, si legge, hanno danneggiato l’impianto di illuminazione, i banchi e alcuni computer.
D’altronde, solo qualche giorno fa il XII rapporto di Cittadinanzattiva aveva evidenziato che solo in un anno, tra settembre 2023 e settembre 2024, si sono registrati ben 69 crolli nelle nostre scuole.
Ma non solo. Quasi il 60% degli edifici scolastici non ha ancora il certificato di agibilità. Niente male.
L’Unione degli Studenti: “Viviamo in scuole vecchie e decadenti”
“I problemi nell’edilizia scolastica sono all’ordine del giorno nelle nostre città. Viviamo in scuole vecchie e decadenti, che non riescono più ad adattarsi alle esigenze didattiche di noi studenti.” A dirlo è Delia dell’Unione degli Studenti La Spezia, dopo il crollo di oggi.
Gli stessi studenti ritengono che l’incidente di oggi sia solo “la punta dell’iceberg”, poiché frequentano, raccontano, “scuole che non sono a norma, con spazi estremamente ridotti, che non permettono di vivere la scuola come protagonisti”.
“Troviamo inaccettabile quanto accaduto oggi e non comprendiamo come sia possibile che da anni si ignori questo problema. L’edilizia scolastica è uno dei pilastri del diritto allo studio, diritto che ad oggi, nella nostra regione, non è tutelato. Vivere in spazi accessibili e sicuri è necessario.”, dicono i ragazzi.
Per Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’UDS, “ad oggi, il diritto allo studio non è garantito in gran parte del Paese, e le nostre istanze non vengono ascoltate dalla politica. Vivere in scuole sicure non significa solo evitare che i tetti crollino, ma anche avere spazi adeguati per praticare una didattica alternativa, che non sia solo frontale o nozionistica. Ancora una volta, ribadiamo che anche questo 15 novembre ci mobiliteremo per una scuola diversa nella sua totalità. Poggiamo il nostro potere su questo, e non ci fermeremo.” Gli studenti chiedono di essere ascoltati, rivendicando il loro diritto allo studio e reclamando un ruolo centrale nella costruzione di scuole sicure e moderne.