Minacce e cortei, politici sotto scorta (Delmastro, Ostellari, Donzelli), Sapienza occupata, volantini choc contro le istituzioni, sfilate di antagonisti.
E “presidi di solidarietà“ nei confronti di Alfredo Cospito, l’anarchico (detenuto nel carcere di Opera). Manifestazioni e minacce da Milano a Roma passando per Bologna. La lotta pro e contro il 41bis ha vissuto una settimana turbolenta accentuata da un weekend ad altissima tensione.
Già quando era nel carcere di Ferrara l’anarchico Cospito, 55 anni di Pescara, incitava alla violenza attraverso il giornale clandestino “Vetriolo”, ideato e realizzato dal gruppo di anarchici umbri già da tempo nel mirino dei reparti anti-eversione dell’Arma.
Il suo credo era chiaro fin d’allora: ”Lo scontro armato è l’unica strada. Bisogna mirare bene”. Quattro anni fa il suo nome è rimbalzato sul foglio anarchico KNO in cui Cospito si firmava “Compagno greco Pitokos” e dove l’attuale ideologo della associazione con finalità di terrorismo Fai-Fri incendiava gli anarchici di tutta Italia , criticandone oltretutto l’immobilismo. La procura è sicura:” La rete di contatti consente a Cospito di eludere i controlli e comunicare con l’esterno”. Di qui la rigidità di toghe e Governo.
Benché un elenco ufficiale non venga reso noto dal Dap – la direzione delle carceri- è possibile però risalire a una serie di nomi grazie alla suddivisione per categorie di reato contenute nella relazione per l’Anno giudiziario 2023 della Cassazione.
E così si scopre che nelle 12 carceri italiane dotate di un reparto di massima sicurezza, sono rinchiusi attualmente 242 camorristi, 195 della ‘Ndrangheta, 232 di Cosa Nostra siciliana, 20 della Sacra Corona Unita. Solo 4 detenuti al 41bis sono accusati di reati connessi al terrorismo. Tra i 4 ex BR oggi rinchiusi al 41bis, il nome più noto è quello di Nadia Desdemona Lioce, condannata all’ergastolo per gli omicidi Marco Biagi e Massimo D’Antona.
Tra i camorristi spicca il nome di Michele Zagaria capo storico della Camorra. È al carcere duro l’intera “Cupola” della Mafia: Leoluca Bagarella, Nitto Santapaola, i fratelli Graviano, Stefano Ganci. L’ultimo arrivato? Matteo Messina Denaro. Al 41bis ci sono anche il capo dei casalesi Francesco Schiavone “ detto Sandokan” e il suo vice Francesco Bidognetti.
È il reparto mobile del corpo di Polizia Penitenziaria attivo dal 1997 con il compito appunto di controllo dei detenuti pericolosi, scortarli e arginare eventuali rivolte. Questo corpo è stato istituito dall’allora ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto, già segretario nazionale del partito dei Comunisti Italiani; ha sostituito Armando Cossutta.
La sede principale del GOM è ubicata nella città di Roma e dispone di 12 reparti operativi periferici creati negli Istituti Penitenziari. Giorni fa c’è stato un cambio al vertice del GOM: Augusto Zaccariello ha preso il posto, dopo 11 anni di guida del generale Mauro D’Amico andato in pensione. Un passaggio di consegne nel bel mezzo della bufera.
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