A Bologna da oggi, al posto del proprio nome e del genere registrati all’anagrafe, si può indicare la propria “identità alias” sull’abbonamento del trasporto pubblico. A presentare l’iniziativa è stata la vicesindaca Emily Clancy, con la presidente di Tper Giuseppina Gualtieri, la presidente della Commissione Parità e pari opportunità Porpora Marcasciano e il direttore amministrativo di Tper Fabio Teti.
L’iniziativa presto estesa in altri settori
Di “passo avanti verso l’inclusività” parla la vicesindaca Emily Clancy, che sottolinea come questo provvedimento “eviti eventuali momenti difficili, quando ci sono i controlli, per un nome che non corrisponde alla propria identità di genere”.
Le identità alias, già applicate da settembre 2023 ai dipendenti del Comune di Bologna che ne hanno fatto richiesta, presto saranno disponibili anche per le Biblioteche, anche in collaborazione con l’Università di Bologna. Anche i servizi igienici saranno “senza etichettatura di genere”.
“Stiamo lavorando e stiamo facendo una grande operazione di tessitura di diritti”, spiega Porpora Marcasciano, prima firmataria di un ordine del giorno in Consiglio Comunale che ha portato all’accordo con Tper. “Oggi è uno dei punti verso l’applicazione dei diritti che rende Bologna unica in Italia”, aggiunge la consigliera comunale che si dice “soddisfatta, ma mai completamente” perché “c’è ancora molto lavoro da fare”.