Cronaca Italia

A Bologna funziona il limite dei 30 Km/h che non piace a Salvini, nessun pedone ucciso

A un anno dall’introduzione della misura “Città 30” a Bologna, i dati presentati dal sindaco Matteo Lepore mostrano risultati incoraggianti. Nessun pedone ha perso la vita in incidenti stradali, un risultato che non si verificava dal 1991. Inoltre, gli incidenti sono diminuiti del 13%, i feriti dell’11%, e i casi più gravi sono calati del 31%. I decessi totali si sono quasi dimezzati. Questo rappresenta, secondo Lepore, una vera inversione di tendenza, simbolo dell’impegno per salvare anche una sola vita.

Effetti collaterali positivi: traffico e inquinamento

Le strade con il limite di 30 km/h coprono circa il 30% della rete urbana. Oltre alla sicurezza stradale, la misura ha ridotto il traffico del 5% e l’inquinamento del 29,3%, portando i livelli di emissioni al dato più basso degli ultimi dieci anni. Anche il trasporto pubblico ha beneficiato della misura: nel 2024, gli abbonati sono tornati ai livelli pre-Covid, con 116 mila iscritti, e il servizio ferroviario metropolitano ha registrato un aumento significativo di passeggeri. Parallelamente, il bike sharing ha visto una crescita del 69%.

Costi e infrastrutture

“Città 30” è costata 27 milioni di euro, destinati principalmente alle infrastrutture. Lepore ha precisato che la spesa non include l’acquisto di autovelox. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di investire per migliorare la vivibilità e la sicurezza della città.

Le critiche di Salvini e la risposta del Comune

La misura non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Salvini aveva criticato il provvedimento, definendolo un freno alla mobilità cittadina e un danno per chi lavora. In una direttiva, il ministro aveva chiarito che i limiti a 30 km/h dovrebbero essere applicati solo in zone specifiche, come ospedali, scuole e centri sportivi, e non in maniera estesa su tutta la città.

Un anno fa, Salvini scriveva su X: “Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia di essere un danno per tutti, a partire da chi lavora, senza benefici proporzionali in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni.”

Un confronto ancora aperto

Nonostante le critiche, il Comune di Bologna ha difeso i risultati della misura, presentandoli come un esempio del cambiamento necessario per affrontare le sfide della sicurezza e della sostenibilità urbana. Il dibattito tra il governo e l’amministrazione locale rimane aperto, ma i dati sembrano dare ragione alla strategia adottata dal sindaco Lepore.

 

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Filippo Limoncelli