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A Genova aprono le prime due “case dei riders”: potranno usare il wc, mangiare ed aggiustare le bici

Saranno ufficialmente attive da lunedì prossimo le prime due “case dei riders” a Genova, create in via dei Cebà, in pieno centro città, e in via Degola, a Sampierdarena, presentate oggi dagli assessori Mascia e Rosso assieme alle rappresentanze sindacali. Ogni struttura, creata nelle vicinanze dei “starting point” , le zone di partenza dei Riders, ospita al suo interno oltre ad una postazione di ristoro, servizi igienici e soprattutto attrezzi per interventi sui mezzi utilizzati dagli stessi lavoratori. “Questo è un riparo, un posto di ristoro e ci sembrava il minimo garantire questa questo tipo di presidio. Devo dire che c’è stata una grande collaborazione da parte dei sindacati e siamo stati addirittura andati nel dettaglio di tutte le varie voci di allestimento che ritenevano necessarie e opportune – ha spiegato l’assessore al lavoro del Comune di Genova Mascia -. Le abbiamo recepite insieme al collega Piciocchi e alla collega Rosso. Mi sembra veramente un buon lavoro”.

Previste in città sei “Case dei Riders”

Sono sei in totale le “Case dei Riders” previste in città che nasceranno grazie alla collaborazione con il progetto Start Tappe. “Questa è una prima risposta ad esigenze pratiche – ha sottolineato l’assessore alle politiche sociali del Comune di Genova Rosso -, qui avranno un punto di ristoro e noi con StratTappe gestiremo l’apertura, la chiusura e la pulizia di questi luoghi in modo che siano sempre accessibili in un modo corretto e adeguato alle esigenze di chi li deve frequentare”.

Un progetto che nasce dalle richieste di Cgil, Cisl e Uil. “Finalmente a Genova due case dedicati ai riders in prossimità degli starting point – hanno spiegato i soddisfatti i sindacati -, con il protocollo dell’anno scorso Cgil, Cisl e Uil, abbiamo voluto garantire però non solo le 6 case dei riders perché il protocollo prevede anche un registro con iscrizione volontaria per creare una anagrafica in modo tale che il Comune possa offrire a questi lavoratori corsi di italiano e sulla sicurezza monitorando così questo tipo di lavoro”.

Lorenzo Briotti

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