Prof tutor in ogni scuola media e superiore, capaci di seguire i ragazzi che hanno maggiori difficoltà ma anche i più brillanti. ovvero quelli che si annoiano e hanno bisogno di accelerare. Prof pagati di più e chiamati a svolgere, appunto, la funzione tutor di gruppi di studenti, in un dialogo costante con gli allievi, le loro famiglie e i colleghi. Aiutando ogni ragazzo a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono il suo percorso personale e costituendosi consiglieri delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali.
Perché i prof tutor
Da quando è stato nominato ministro, il titolare del dicastero di viale Trastevere, Giuseppe Valditara, parla di questa nuova figura, il prof tutor appunto, anche in vista dell’obiettivo cruciale di combattere la dispersione scolastica che in Italia vede il 13,2% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni classificati come ”neet”, ovvero non occupati né inseriti in percorsi di istruzione. Il docente tutor, insieme alla formazione dei professori, ai campus, alla piattaforma digitale unica e a molto altro fanno parte del provvedimento che approva le Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Ma i sindacati…
I sindacati però sono molto perplessi rispetto alle novità prospettate dal ministro. “Il contratto vigente considera la funzione docente in maniera unitaria e non c’è traccia alcuna di una funzione tutoriale riservata solo ad una parte dei docenti. Tra l’altro la responsabilità didattica ed educativa appartiene al collegio dei docenti che dovrebbe in totale autonomia procedere alle scelte organizzative più coerenti con i bisogni educativi di studentesse e studenti”, osserva Elvira Serafini, che guida lo Snals. La segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci si aspetta “che il ministro Valditara ci convochi per concertare queste nuove figure che ha in mente, soprattutto perché vanno contemplate dal contratto, serve una regolamentazione dei carichi dei lavoro e dei compensi, serve un intervento organico e non a spot”.