L’orsa F36 non dovrà essere abbattuta, ma catturata e rinchiusa nel centro faunistico di Casteller, a Trento. Lo ha stabilito, con decreto monocratico, il presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, accogliendo in via cautelare il ricorso delle associazioni animaliste contro l’ordinanza di prelievo firmata dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. La decisione del giudice amministrativo è arrivata mentre erano già in corso ricerche dell’esemplare da parte delle squadre specializzate del Corpo forestale trentino.
La soppressione dell’orsa è stata decisa la scorsa settimana in seguito all’aggressione ai danni di due giovani escursionisti avvenuta, lo scorso 30 luglio, sulla strada che porta a Malga Avalina, nel Comune di Sella Giudicarie. L’esemplare ha inseguito uno dei ragazzi in una rocambolesca fuga su un abete, scaraventandolo a terra. Qualche giorno più tardi, il 6 agosto, l’orsa ha effettuato un falso attacco nei confronti di due persone, marito e moglie, che si trovavano nella stessa zona, a circa due chilometri dalla prima aggressione.
Secondo il giudice – che ha parzialmente accolto le richieste avanzate da Leal, Lav, Lndc, Wwf, Enpa, Oipa e Leidaa – “l’unica cautela ragionevolmente praticabile, allo stato, è quella di consentire la cattura di F36 senza procedere al suo abbattimento ma provvedendo a rinchiudere l’animale nella struttura del Casteller”. La trattazione della questione avverrà in camera di consiglio il prossimo 12 ottobre. Nel frattempo la Provincia di Trento è chiamata a depositare il parere dell’Ispra sul caso, fornito lo scorso 22 agosto, e il rapporto tecnico relativo alla popolazione degli orsi in Trentino.
A poche ore dalla pubblicazione del decreto cautelare, il governatore trentino ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. “Siamo in un mondo alla rovescia in cui il comportamento di un animale è giustificato rispetto alle conseguenze sulla vita umana. La sentenza non ci ferma e non ci fa cambiare opinione: la vita di una persona va tutelata”, ha commentato Fugatti, invocando anche “leggi speciali per poter intervenire immediatamente”.
Nemmeno delle associazioni animaliste si sono dette soddisfatte della sentenza, a causa delle disposizioni di cattura. La Lav ha fatto sapere che sta preparando una diffida affinché l’orsa sia lasciata libera, mentre Oipa e Leidaa hanno parlato di un “provvedimento ingiustificato”.
Le procedure per la cattura verranno attivate nelle prossime ore, ma si teme un prolungamento dei tempi visto che i dati trasmessi dal radiocollare non hanno permesso di individuare esattamente l’orsa e che il posizionamento delle trappole richiede diversi giorni.
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