foto d'archivio ANSA
“Voglio chiedere scusa alla famiglia e a tutti quelli a cui ho causato disagio”. Lo ha detto oggi in Aula in Tribunale a Monza Zakaria Atqaoui, il 23enne a processo per l’omicidio dell’ex fidanzata Sofia Castelli, 20 anni, uccisa in casa sua lo scorso 29 luglio. Per la precisione accoltellata nel sonno. Atqaoui, infatti, raccontano le cronache, dopo essere entrato nella sua abitazione di soppiatto entrò nella sua stanza e, dopo averla aspettata per 5 ore chiuso in un armadio, alla fine la accoltellò nel sonno.
E ora il 23enne, in aula, dice “scusate a tutti quelli a cui ho causato disagio”. Disagio, lo definisce. Probabilmente non c’è molto altro da aggiungere. Forse sì. L’imputato, infatti, dopo aver parlato di “disagio”, ha lasciato l’Aula, ha chiesto di tornare in carcere e, raccontano sempre le agenzie, ha anche dato cenni di nervosismo quando gli è stato negato il permesso di fumare una sigaretta. Ora, davvero, non c’è molto altro da aggiungere.
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