L’Agenzia delle Entrate invierà 2,6 milioni di lettere che hanno lo scopo di promuovere i versamenti spontanei e il ravvedimento dei contribuenti che hanno contenziosi con il fisco. Si cerca in questo modo di ridurre l’altissima evasione fiscale italiana dopo aver raggiunto gli obbiettivi previsti nel 2022 del Pnrr che hanno a che vedere con la lotta all’evasione.
L’esperimento ha già portato a risultati positivi
A seguito di controlli approfonditi, si cerca di riportare sulla retta via quei contribuenti che hanno delle situazioni anomale col fisco. Le anomalie vengono rilevate incrociando più informazioni dell’anagrafe tributaria. Al 31 dicembre, grazie alle 1,3 milioni di lettere inviate nel 2022, lo Stato italiano ha incassato 2.95 miliardi a fronte dei 2,45 previsti. I soldi versati sono entrati nelle casse dello Stato ed hanno fatto raggiungere, all’Agenzia delle Entrate, gli obiettivi previsti dal Pnrr. L’invio di lettere di sollecitazione è stato dunque un esperimento positivo che ha portato l’Agenzia delle Entrate a replicare anche quest’anno con la comunicazione di “allerta”.
E se non si risponde alla lettera dell’Agenzia delle Entrate?
Al contribuente verrà inviata apposita comunicazione tramite PEC o posta ordinaria. Potrà comunque consultare le anomalie accedendo alla sezione “l’Agenzia scrive” all’interno del proprio cassetto fiscale. Nel 2023 verranno inviate 2,6 milioni di lettere allo scopo di ottenere lo stesso livello di sollecitazione. Lettere destinate poi a salire a 3 milioni rispettivamente sia nel 2024 e nel 2025. Molti versamenti verranno in un certo modo “stimolati”: 2,4 miliardi per il 2023 per poi arrivare a 2,77 miliardi sia nel 2024 che nel 2025. La strategia è stata disegnata dal Pnrr che si prefigge di arrivare a ridurre la propensione all’evasione del 5% entro il 2025 e del 15% entro il 2026.
Nel caso in cui non si risponda, quello che avviene lo spiega l’Agenzia dell’Entrate: “Se la comunicazione deriva dal controllo formale, il contribuente può segnalare (all’ufficio di competenza o attraverso il canale Civis) eventuali dati o elementi non considerati o valutati erroneamente dall’ufficio stesso. Se l’ufficio provvede alla rettifica parziale della comunicazione, il contribuente riceverà un nuovo modello di pagamento con l’indicazione delle somme da versare rideterminate e potrà usufruire della riduzione della sanzione effettuando il versamento entro 30 giorni dal ricevimento della prima comunicazione. Trascorso questo termine, l’ufficio intraprenderà il procedimento ordinario di riscossione per il recupero dell’imposta, dei relativi interessi e della sanzione in misura piena. Pertanto, il contribuente ha interesse ad anticipare quanto più possibile la segnalazione all’ufficio dei dati non considerati”.
Il problema dei “falsi positivi”
La strategia dell’Agenzia delle Entrate ha però provocato anche il problema dei cosidetti “falsi positivi”, ossia l’arrivo di lettere a contribuenti che non avevano commesso nessun tipo di errori od omissioni. Si tratta comunque di un errore in diminuzione e che fino ad ora ha coinvolto solo lo 0,8% del totale. A migliorare sono state le strategie di incrocio dei dati.
Forse dovresti anche sapere che…