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Aggressione con il machete a Torino, fermato un giovane di famiglia nobile ricercato in Spagna

Un giovane di 23 anni appartenente a una famiglia nobile piemontese, si ritrova al centro di una controversia violenta nel quartiere di Mirafiori, alla periferia di Torino. Negando categoricamente qualsiasi coinvolgimento nell’aggressione al coetaneo che ha perso una gamba, si trova ad affrontare un fermo di indiziato di delitto, accusato di tentato omicidio. La vicenda prende una piega ancora più intricata quando emergono dettagli sul passato del giovane accusato. Sembra che sia destinatario di un ordine di cattura internazionale per reati commessi in Spagna, aggiungendo ulteriori complicazioni alla sua situazione legale. Al momento del suo fermo, non era solo; in compagnia c’era una ragazza, anch’essa trattenuta per possesso di droga con intenti di spaccio. L’hotel dove sono stati trovati è diventato un nodo cruciale per le indagini, poiché sono stati recuperati dosi di stupefacenti.

Conosciuto come “Il Santo” per la sua passione per le moto e i tatuaggi, il 23enne, pur provenendo da una famiglia di antica nobiltà, sembra avere un passato controverso, con implicazioni internazionali e collegamenti con il mondo della criminalità. Cresciuto tra Milano e Torino, ha trascorso un periodo significativo a Barcellona, dove è stato coinvolto in indagini di rilievo che lo hanno spinto a tornare in Italia.

Le indagini sull’aggressione a colpi di machete avvenuta nel weekend a Torino, stanno procedendo con una svolta decisiva, ma restano interrogativi irrisolti, incluso l’identità del complice che era alla guida dello scooter durante l’attacco. La vittima, gravemente ferita, ha subito l’amputazione della gamba sinistra, ma è stata salvata da un intervento tempestivo di soccorso. Intanto, emergono dettagli sul passato del 23enne che ha perso una gamba e sui possibili moventi dietro l’aggressione, che potrebbero essere legati a questioni di droga o a risentimenti personali. La sua fidanzata ha fornito importanti informazioni alla polizia, rivelando una possibile minaccia precedente da parte dell’aggressore. 

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