Alessandro Impagnatiello, il trentenne in carcere a San Vittore per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha indicato agli inquirenti il luogo in cui si trova il coltello che ha ucciso Giulia. A dirlo è il suo ex legale Sebastiano Sartori. Ex perché l’avvocato, scrive l’Ansa nel pomeriggio di lunedì 5 giugno, ha rinunciato al mandato spiegando che è una questione tra lui e il suo assistito. Sartori, prima di dimettersi ha incontrato Impagnatiello nel carcere di San Vittore. Il coltello usato per uccidere Giulia “non l’ha buttato. Ha detto specificatamente dove sia” ha spiegato il legale.
Una delle cose che ora devono accertare gli investigatori è se sia stato aiutato a nascondere il corpo. “Lui lo esclude – ha detto ancora Sartori alla Rai -. I dubbi degli investigatori, dovete chiederli a loro“. L’avvocato ha aggiunto che è da “valutare la sfera psicologica” di Alessandro Impagnatiello: “Penso che lo abbiano visto anche i muri. E’ sempre più lucido e ha preso coscienza” ha aggiunto Sartori. Impagnatiello, sempre a detta del suo ex avvocato, ha risposto “ma certo” alla domanda se abbia avuto un pensiero per Giulia dopo la sua morte.
Il 30enne barman è a San Vittore al quinto raggio nel reparto “protetti”. Qui vengono messi i detenuti a rischio suicidio e quelli che rischiano di essere aggrediti dagli altri detenuti.
“La famiglia di Giulia, fin da subito ha temuto questo tragico epilogo in quanto era difficile pensare che la loro figlia in attesa di un bimbo, nonostante il naufragio della relazione sentimentale, si fosse volontariamente allontanata da casa”. A dirlo all’Ansa è Giovanni Cacciapuoti, l’avvocato nominato dai genitori di Giulia per gli accertamenti irripetibili disposti, ossia i rilievi scientifici che verranno eseguiti nella casa dove la giovane è stata uccisa da Alessandro Impagnatiello. L’avvocato sarà presente anche all’autopsia che si terrà venerdì. Il legale ha spiegato che non hanno nominato alcun consulente di parte: “Ci affidiamo a quelli del pm”.
E in queste ore si parla anche di alcuni video notturni ripresi da alcune telecamere poste all’esterno di alcune abitazioni a Senago, il comune alle porte di Milano in cui viveva Alessandro Impagnatiello. I filmati mostrano quello che il barman ha fatto dopo l’omicidio. Il primo è stato registrato alle 00,19: Impagnatiello esce dal garage e si allontana. Ha già ucciso la compagna Giulia Tramontano e, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, sta andando a casa dell’amante 23enne che in quel momento è al lavoro.
Intorno alle 3 di notte, dopo il blitz nell’abitazione di Milano dell’altra donna con cui ha una relazione, Impagnatiello rientra a casa. La macchina si ferma nel parcheggio lungo la strada e non nel garage. In quel momento, stando alla ricostruzione della procura, il corpo di Giulia è chiuso proprio nell’auto. Il 30enne non sale nell’appartamento al primo piano ma riappare poco dopo con un involucro: “Verosimilmente un lenzuolo bianco o plastica delle dimensioni di 50 centimetri circa”. Gli inquirenti spiegano che “il giovane si dirige verso la sua autovettura parcheggiata, vi entra per pochi secondi per poi riuscirne, chiudere con dispositivo elettronico e rincasare sempre custodendo l’involucro”.
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