Allarme droga. L’ennesimo. Ma stavolta è più che inquietante. In sintesi: l’età di chi inizia è scesa ancora, ogni fascia sociale è coinvolta, le sostanze disponibili (anche online) sono centinaia. Aumentano consumatori, spacciatori. Il giro d’affari è spaventoso: 15 miliardi. Circa 400 mila persone hanno oggi problemi di dipendenza da droga (fonte Emcdda). Ultimo dato in ordine di tempo: sono oltre 14 milioni e 300 mila le persone residenti in Italia di età compresa tra i 18 e gli 84 anni che hanno fatto uso – almeno una volta nella vita- di una sostanza psicoattiva illegale; lo certifica il report 2024 di CNR-IFC.
Due settimane fa è intervenuto anche Papa Francesco nel corso della udienza generale dedicata alla giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Papa Bergoglio è stato molto esplicito: ”Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose”. Poi ha aggiunto: ”Quanti trafficanti di morte ci sono, perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo. Questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio. I trafficanti e gli spacciatori sono assassini. Dunque, no alla liberalizzazione della droga, è fantasia. Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo”.
Non ci sono più fasce di età o classi sociali più coinvolte. Il fenomeno che ogni giorno pone fine alla vita di decine di giovani non può essere trasformato in una silenziosa tolleranza “dell’ormai ne fanno uso tutti”. L’età della prima assunzione è sempre più precoce. Oggi le droghe, come i comportamenti additivi, sono sostitutive dei legami sociali. Dice Antonio Simula, sociologo del Centro Trentino di Solidarietà ETS, intervistato da Giuliano Guzzo (La Verità): ”Abbiamo una adolescenza abbandonata. In Italia ogni anno sono circa 4 milioni i ragazzi e le ragazze che decidono di togliersi la vita o tentano di farlo. Il cambiamento della tipologia di sostanze e della modalità della loro assunzione si inserisce in una cornice di grandi mutamenti sociali e culturali; come veri e propri prodotti di mercato, le sostanze rispondono a tutti i molteplici bisogni del consumatore. A seconda dell’esigenza si consumano droghe, stimolanti come i derivanti delle anfetamine o la cocaina, o rilassanti come la cannabis e l’hashish. Il fenomeno della dipendenza è figlio di una società che ha delegato la formazione e la trasmissione dei valori ad una cultura che vuole tutto e subito e anche che sia facile ottenerlo”.
Il consumo di sostanze è percepito dai giovani come un marker di successo e identitario pericolosissimo. Come uscirne? Bisogna investire su un sistema di prevenzione che non gravi solo ed esclusivamente sulla famiglia, ma che avvenga attraverso il supporto e il coinvolgimento della comunità di appartenenza. Conclude Simula: ”Le amministrazioni, la Prefettura, i consultori, le scuole, le agenzie educative tutte – oratori, centri sportivi, allenatori, centri di aggregazione giovanile, volontariato – devono proporre una azione formativa sinergica”. Prima che sia troppo tardi.
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